Locman Montecristo Skeleton in Rose Gold

Locman Montecristo Skeleton Rose Gold

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Oggi vi presento una nuova versione del Locman Montecristo Skeleton, modello iconico del brand italiano: l’orologio, infatti, si arricchisce di dettagli in Rose Gold che lo rendono ancora più bello. Il Rose Gold è un cromatismo che impreziosisce questo orologio meccanico a carica automatica nella lunetta, nella corona e nelle sfere con rivestimento pvd dalle sfumature rosate. Il movimento a vista Swiss Made, frutto della collaborazione tra la Scuola Italiana di Orologeria e l’atelier svizzero Depa Swiss, ha una riserva di carica tra le 60 e le 72 ore, garantita da una massa oscillante bidirezionale in tungsteno personalizzata Locman. La cassa del Montecristo Skeleton Rose Gold, in acciaio AISI 316L e fondo in titanio, è composta da Continua a leggere



Danilo Petta, Luxury & Watch Designer: intervista esclusiva per il TGCOM24

Danilo Petta

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Incontriamo Danilo Petta, luxury & watch designer orgogliosamente sardo. Una professione “dietro le quinte” alla continua ricerca del perfetto equilibrio tra estetica e meccanica senza mai dimenticare “i costi”. Attualmente è Chief Watch Designer di Purnell, marchio ginevrino di grandi complicazioni. Tra i progetti che sta seguendo per Purnell, vi è un nuovo orologio con un tre assi tourbillon ed un design ispirato al mondo automotive. Verrà presentato al prossimo Watches & Wonders (Ginevra, 25-29 aprile 2020).

Come è nata la sua passione per il mondo degli orologi? Ci racconta la sua storia?
Malgrado amassi gli orologi avvenne tutto per puro caso. Mentre studiavo all’università (prima allo IED, Interior Design)) e poi al Politecnico di Milano (Architettura Civile) conobbi un fornitore industriale legato all’alta orologeria. Realizzando per lui disegni tecnici di cinturini in caucciù riuscii a finanziarmi gli studi.

Quali dei progetti ai quali ha preso parte hanno poi visto “la luce” concretizzandosi?
Il primo, era il 2009, fu il Bulgari Serpenti Tubogas. Prendendo spunto dalla lavorazione dell’oro a doppio filo della Maison si decise di fare un nuovo orologio da donna di ‘’Forma’’ con il chiaro richiamo al Serpente. Vide la luce dopo 2 anni di lavoro nel Watches Design center di Roma coordinato da Fabrizio Buonamassa Stigliani. Poi alcuni lavori di quadranti come il Bulgari Bulgari 43mm power reserve e il modello Endurer in partnership con gli ‘’ all blacks’’ neozelandesi (il quadrante con il tattoo Maori per intenderci) intervallati da alcuni lavori di design sui bracciali/cinturini da uomo, poi due lavori per il marchio Jacob & Co tra i quali il modello Astronomia Sky ed il modello Astronoima Solar (entrambe grandi complicazioni).

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Orologi per Natale: Garmin o D1 Milano?

D1 Milano Ultra Slim

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Le Feste Natalizie sono oramai prossime e molti sono ancora alla ricerca dei regali da fare ai propri cari o agli amici. Nei prossimi giorni, perciò, ci focalizzeremo su una serie di articoli (ovviamente dedicati al settore dell’orologeria) che possano aiutare i lettori del TGCOM24 ancora indecisi su cosa acquistare. A tal proposito abbiamo chiacchierato con un esperto del settore (socio, tra l’altro, dell’Orologeria Verga Luxury in Via Dogana): Mauro Daustria. Nel suo negozio di Milano, oltre a vari orologi di secondo polso che possono comunque essere una valida proposta anche come regalo, propone alcuni delle marche di orologi di fascia medio-bassa che vanno per la maggiore. Vi ricordo che secondo polso non significa regalo riciclato, ma orologio acquistato da qualcuno che poi, per i più disparati motivi, ha deciso di vendere. Ma veniamo alle marche che propone in vendita.

 

D. Mauro, quali sono queste marche che stanno andando molto bene?

R. Sveliamo subito l’assassino allora! Sono Garmin e D1 Milano. Se il primo brand è indubbiamente uno dei leader mondiali tra i wereables, il secondo è un ottimo prodotto lanciato pochissimi anni fa da alcuni giovani imprenditori italiani.

 

D. Ci puoi dare qualche dettaglio in più?

R. Certo! Iniziamo con i Garmin. Differenziati in smartwatch, smartband e wearables con funzioni di monitoraggio della salute, sono adatti per tutte le età e indistintamente per un target maschile o femminile; si va dai più semplici activity tracker fino agli smartwatch GPS più evoluti per lo Continua a leggere



Montblanc: intervista a Davide Cerrato

 

Montblanc1858Geosphere

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Da oggi, 9 aprile, Montblanc, con un’installazione nel cuore di Brera Design District, celebra la nuova Campagna per la Collezione 1858. In occasione di questo evento ho avuto la possibilità di intervistare per voi lettori del TGCOM24 Davide Cerrato, dal 2015 Direttore Generale della Divisione Orologi di Montblanc e forte di un esperienza ventennale in questo settore.

Inizio chiedendole qualcosa su di lei e sul suo background…

Un percorso di studi duplice: Design Industriale al Politecnico di Torino e poi Business School. Sono entrato nel mondo dell’orologeria circa 15 anni fa dopo diverse esperienze in campo marketing e pubblicità. Primo contatto con gli orologi in Officine Panerai per circa 4 anni, poi in Rolex per occuparmi del rilancio di Tudor per 9 anni; ora sono in Montblanc da circa 3 anni e mezzo.

Passiamo alla Divisione Orologi di Montblanc: com’è nata?

La Divisione è nata come tale al mio arrivo ed è corrisposta con la creazione di una Business Unit dedicata basata in Svizzera (fra le due manifatture di Le Locle e Villeret) e con tutte le risorse umane dedicate alla Divisione sotto lo stesso tetto svizzero. Il business orologi per Montblanc è stato lanciato 21 anni fa come extension dopo la pelle. Nel 2006 il gruppo ha acquistato Minerva attribuendola a Montblanc con tutto il suo patrimonio e la manifattura di Villeret. Quanto abbiamo messo in atto nella nuova offerta orologi di Montblanc si basa in modo molto forte su questo patrimonio incredibile di prodotti,conoscenze e di savoir-faire e per questo prendiamo come riferimento della nascita del nostro savoir-faire orologiaio la data di fondazione di Minerva 1858 (161 anni fa).

Quali sono le cose più significative che ha fatto nel recente passato il Gruppo Montblanc?E quali sono i prossimi obiettivi del Gruppo?

Per quanto riguarda gli orologi abbiamo rinnovato tuttelecollezioni e abbiamo rinnovato il layout delle nostre boutiques con un nuovo concetto retail che esprime molto bene l’anima lusso di Montblanc. L’integrazione di Montblanc e Minerva anche a Continua a leggere



Swatch Italia: intervista al Country Manager Francesca Ginocchio

 

Francesca Ginocchio

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Qualche giorno fa ho avuto modo di intervistare in esclusiva per voi amici lettori del TGCOM24 Francesca Ginocchio, Amministratore Delegato di Swatch Group Italia. Swatch Group è una holding multinazionale le cui attività diversificate vanno dalla fabbricazione alla vendita di orologi e gioielli finiti, compresi i movimenti e i componenti orologieri.I marchi orologieri appartenenti al Gruppo sono ben 18.

 

Inizio chiedendoti qualcosa su di te e sul tuo background…

Ho iniziato la mia carriera nell’ambito della cosmetica nel Gruppo Oréal settore lusso  e poi in LVMH con il marchio Guerlain, in entrambe le aziende ho ricoperto ruoli di marketing, un po’ il fil rouge del mio back ground mi definisco una “Marketing passionate”. Nel 2000 sono entrata in Swatch Group Italia iniziando dal brand Tissot in qualità di Marketing Manager per il mercato italiano e di International Project Manager, in seguito sono diventata Brand Manager Hamilton e poi la collaborazione con Hq è stata talmente positiva che mi hanno assegnato in aggiunta il ruolo di International Marketing Manager di Hamilton. Nel 2014 ho ricoperto l’incarico di Brand Manager Swatch e dal 2016 sono stata nominata Country Manager del Gruppo.  Insomma un percorso a 360 gradi a livello di gruppo.

Passiamo al Gruppo Swatch: raccontaci com’è nato.

La storia è lunga pensando alle varie aziende che si sono accorpate negli anni e che ora fanno parte del più grande gruppo orologiero al mondo….Giusto un paio di date fondamentali: nel 1998la SMH (Société suisse de microélectronique et d’horlogerie), società fondata da Nicolas G. Hayeknel 1983 e nata dalla fusione delle industrie orologiere svizzere ASUAG e SSIH, è stata ribattezzata The Swatch Group. All’epoca la Continua a leggere



Orologi di secondo polso: sempre attuali?

 

Mauro Daustria e la sua collaboratrice Sara

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L’orologeria è da tempo uno dei settori più dinamici, sia grazie a un’offerta articolata (con svariate referenze e soprattutto fasce di prezzo che vanno dai 50 euro a oltre il milione), sia grazie al cosiddetto “secondo polso”. Gli orologi “usati”, infatti, sempre più si stanno affermando oltre che tra privati, anche come valore aggiunto di molti negozi di orologi che, tra l’altro, possono offrire al potenziale cliente maggiori garanzie su provenienza e corretto funzionamento. Il “secondo polso” a volte può essere anche usato come leva per finalizzare un nuovo acquisto più importante; altre volte è semplicemente utilizzato per permettere anche a portafogli meno “gonfi” di indossare un orologio altrimenti non acquistabile. Ho voluto approfondire il tema con la boutique dedicata al secondo polso di una delle più blasonate orologerie italiane, la Luigi Verga di Milano, per comprendere meglio il fenomeno visto e considerato che anche loro ci stanno credendo da tempo, proponendoli insieme agli orologi entry price (ma non per questo da disdegnare, basti pensare ai D1 Milano che commercializzano e che, come ebbi già modo di raccontarvi, rappresentano una bella case history italiana di successo). Ho perciò posto qualche domanda a uno dei soci, Mauro Daustria.

 

Ciao Mauro. Come giudichi il mercato del secondo polso? Si sta imponendo come nuovo business?

Certo che si. Sono sempre più convinto non sia un fenomeno del momento. Ormai c’è sempre più gente che preferisce acquistare il “secondo polso”, a volte per ragioni di costo, a volte per ragioni estetiche e storiche: vengono cercati ed acquistati, infatti, anche orologi non più in produzione e per questo molto ricercati (a patto che siano in ottime condizioni). Continua a leggere



Pisa Orologeria: intervista a Chiara Pisa

Qualche giorno fa ho avuto modo di intervistare Chiara Pisa, Amministratore Delegato di Pisa Orologeria.

Inizio chiedendoti qualcosa su di te e sul tuo background…

Come mia mamma e mia zia Grazia, ho respirato orologi fin da bambina, ho vissuto l’atmosfera familiare dei negozi, il rapporto speciale con i clienti, con la stessa curiosità che anche oggi rende viva la mia passione. Sono entrata dopo gli studi in azienda e ho scoperto la forza delle idee di due donne straordinarie e l’operosità di tutti i collaboratori attraverso la cultura del lavoro; un esempio che ha profondamente inciso sulla mia formazione.

Passiamo Pisa Orologeria: raccontaci com’è nato.

Pisa nasce nel 1940 come piccolo laboratorio di orologeria, curato da mio nonno Ugo e suo fratello Osvaldo e animato da una smisurata passione per l’orologeria e la meccanica. Col tempo al laboratorio si è affiancata l’attività commerciale che si è poi evoluta gradualmente nei decenni sino a diventare la realtà odierna.

Quali sono le cose più significative che avete fatto nel recente passato?

L’anno di svolta è stato sicuramente il 2008. Nell’arco di dodici mesi l’Azienda ha inaugurato le prime due Boutique monomarca di Rolex e Patek Philippe, espandendo allo stesso tempo il punto vendita multimarca. Successivamente il 2016 ha visto una nuova sostanziale espansione con l’apertura del nuovo Flagship Store e quella della nuova Boutique Patek Philippe, seguiti a pochi mesi dall’inaugurazione delle Boutique Hublot, Vacheron Constantin e A.Lange&Soehne. Infine nel 2018 abbiamo ampliato la nostra offerta di gioielleria, alla quale è stato dedicato un intero piano del Flagship Store: il Salone dei Gioielli, appunto. Continua a leggere



Audemars Piguet e il nuovo code 11:59: intervista esclusiva al Country Manager

Code 11:59 Calendario Perpetuo

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Oggi sono venuto al SIHH di Ginevra (il Salone dell’Alta Orologeria) per vedere le ultime novità nel mondo dell’orologeria (almeno delle Manifatture che partecipano a questo Salone) e ho intervistato per voi lettori Andrea Cardillo, Country Manager di Audemars Piguet e carissimo amico. E l’occasione non poteva essere migliore, visto che la Manifattura presenta la sua ultima collezione, che Andrea vi descriverà più sotto!

D. Ciao Andrea. Iniziamo chiedendoti qualcosa su di te e sul tuo background…
R. Sono cresciuto nel mondo delle lancette. entrambi i miei genitori lavoravano nel campo dell’orologeria e, come puoi immaginare, una volta presentatasi l’opportunità, intraprendere questa strada è stata una scelta naturale. La mia carriera comincia all’inizio degli anni 2000 in Corum; avevo poco più di 20 anni e poca esperienza. Dopo qualche anno di gavetta, nel 2004 conobbi a una cena Franco Ziviani (il precedente Country Manager italiano), il quale mi propose di lavorare per lui a Milano come suo assistente personale. Il richiamo di Audemars Piguet fu ovviamente fortissimo e così decisi di trasferirmi da Roma e iniziare un’avventura, che dura ormai da 14 anni, e che oggi mi ha portato a ricoprire il ruolo di Country Manager Italia.

D. Passiamo a Audemars Piguet; raccontaci com’è nata.
R. La storia di Audemars Piguet ha inizio a le Brassus, nel cuore della Vallée de Joux, culla dell’alta orologeria mondiale. Questo territorio presenta eccezionali risorse naturali come foreste, acqua, ghiaccio e rocce che hanno favorito lo sviluppo e il successo dell’industria orologiera. Già verso la fine del XVII secolo, durante i lunghi mesi invernali, gli Continua a leggere



Patek Philippe: intervista a Laura Gervasoni

Patek Philippe Nautilus Calendario Perpetuo

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Con l’occasione di ammirare la prima grande complicazione inserita da Patek Philippe nella collezione Nautilus, il calendario perpetuo, ho avuto modo di intervistare Laura Gervasoni che, oltre ad essere un’amica, è il Direttore Generale di Patek Philippe Italia.

 

Iniziamo chiedendoti qualcosa su di te e sul tuo background…

Ho iniziato a lavorare a 18 anni subito dopo essermi diplomata in lingue straniere. Dopo diverse esperienze sono entrata in una concessionaria di pubblicità in qualità di assistente del direttore della divisione internazionale: il lavoro consisteva nella promozione delle nostre testate presso società straniere al fine di convincerle ad investire nei nostri mezzi di comunicazione. Tra i miei clienti avevo anche Patek Philippe…. Nel 1999, diversi anni dopo, Patek Philippe ha deciso di aprire la propria filiale in Italia e con grande mia gioia mi è stato proposto il ruolo di Responsabile della Comunicazione…. Sei anni dopo si è liberato il ruolo di Direttore Generale della filiale e la direzione ha nuovamente riposto la sua fiducia in me! Dal punto di vista lavorativo mi considero pertanto molto fortunata!

Quali sono le cose più significative che ha fatto nel recente passato Patek Philippe?

Potrei parlare di quanto realizzato dal mio arrivo, quindi nell’ultimo ventennio: il Patek Philippe Museum, una vera testimonianza della passione della famiglia Stern per l’orologeria, un dono alla città di Ginevra, un omaggio al settore orologiero; la campagna pubblicitaria “Generation” che incarna perfettamente i concetti alla base della nostra filosofia e strategia aziendale: un segnatempo da tramandare alle generazioni future. Il rinnovo dei nostri tre Saloni a Ginevra, Londra e Parigi, piuttosto che il Patek Philippe Magazine: non un House Organ, bensì una vera rivista dedicata all’arte, alla cultura, alla scienza, alla scoperta di persone e luoghi. E come non ricordare la celebrazione dei 175 anni della Manifattura, con il lancio di segnatempo unici in edizione limitata…e molte altre ancora!

Ci puoi descrivere brevemente l’attuale collezione e i prossimi obiettivi?

La collezione si diversifica in diverse famiglie, Calatrava, Ellisse – che celebra i suoi primi 50 anni, Nautilus, Aquanaut, Twenty-4, Gondolo, Grandi Complicazioni e Orologi Gioiello. La forza di Patek Philippe è sempre stata quella di Continua a leggere



GaGà Milano e Halloween Dark Selection: intervista a Ruben Tomella

GaGà Milano BIONIC SKULL AUTOMATIC 4MM

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Nei giorni scorsi ho intervistato Ruben Tomella, che oltre ad essere ideatore e proprietario di GaGà Milano, è una delle persone più simpatiche ed innovative nel panorama orologiero. Il marchio deve il suo nome ad un’espressione desueta, “gagà”, molto in voga negli anni ’50, che definisce una tipologia di uomo più che mai attuale: raffinato ma stravagante, attento ai dettami della moda, che rielabora con ironia ed eleganza, senza mai tralasciare i dettagli. Nella photogallery ho proposto pure i 4 orologi rappresentativi della Halloween Dark Selection, giusto per restare in tema!

 

Ruben Tomella e GaGà Milano… Raccontaci com’è nata questa avventura.

Sono cresciuto in mezzo ai cinturini, mio padre ha iniziato nel ‘64 questo lavoro, per poi aprire un azienda famigliare più tardi, quindi già a 5 anni quando tornavo dall’asilo e in seguito dalla scuola, passavo del tempo con lui; diciamo che ho iniziato a respirare colla e odore di pellami dall’infanzia…..Chissà i miei polmoni dirai! Probabilmente il tutto è entrato nella mia testa portandomi ad entrare in azienda subito dopo gli studi.  Lavorando per molti brand di orologi, la passione per essi ci ha messo poco ad arrivare e dopo 10 anni di soli cinturini, ho deciso di aprire una bottega di orologi (una tra le prime che trattava orologi di secondo polso di alto livello), dove trattavo anche orologi da taschino, che mi appassionavano particolarmente per le loro dimensioni, le particolarità legate agli smalti colorati sul quadrante, le incisioni, le varie tipologie di carica e, cosa ancora più affascinante, di vedere, curiosare , spiare e toccare i loro meccanismi meccanici, perché la maggior parte di loro aveva la possibilità di aprire il fondello. Da qui, come ormai molti sanno, è nato GaGà, cioè l’idea di mettere 4 anse ad un orologio da tasca e poterlo indossare al polso.

 

Ci siamo visti qualche mese fa a Basilea in occasione del Baselworld 2017. Puoi dirci come è andata? Soddisfatto?

Tra non molto potremo festeggiare  10 anni di presenza a Basilea, Per noi si è trasformato in un evento legato all’immagine, alla presentazione di nuovi modelli e un  punto di incontro con tutti i clienti e amici mondiali. La situazione rispetto ai primi anni è cambiata, è difficile ora tornare da Basel con ordini e clienti nuovi, Continua a leggere