Archivio mensile:Luglio 2012
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Breguet Inaugura Boutique a Milano.
Le Prove di Giorgione: Moser Monard Date.
Moser (il nome per esteso in realtà è H. Moser & Cie., dove H. sta per Heinrich che fu fondatore della Maison) è un marchio emergente apprezzato da chi ama gli orologi classici ben realizzati e semplici alla vista.
Personalmente li seguo da parecchio in quanto apprezzo molto, e lo sapete, gli orologi di facile leggibilità. La chiarezza fa parte del DNA di Moser e lo si vede chiaramente dall’orologio che ho in prova o guardando la collezione di Moser. Questa è stata la prima volta che ho avuto la possibilità di averne uno al polso per qualche giorno e l’orologio mi ha subito ben impressionato.
Innanzi tutto il modello che mi hanno dato (credo che mi leggano e conoscano i miei gusti) è realizzato in oro rosa con quadrante nero: la combinazione cromatica che preferisco in assoluto. La cassa è davvero ben realizzata. La forma rotonda della cassa è prevalente e le anse sembrano essere un prolungamento naturale della stessa: molto armoniose. La misura è di 40.8 mm e sta bene anche su un polso piccolo come il mio. Lo spessore è di 10.8 mm. Sui lati la cassa ha una splendida lavorazione: essa infatti ha due “scavature” lucide mentre la restante parte è satinata. La corona è leggermente rastremata e di giuste dimensioni. Il quadrante è molto ampio e semplice: con indici a bastoni in oro rosa applicati. Il marchio, riportato per esteso, è piuttosto grosso ma, stranamente, non appesantisce l’orologio e ci sta quasi bene. A ore 6 troviamo il datario che è molto grande rispetto a quelli soliti. Non solo: la stessa cambia a scatto alla mezzanotte precisa. Il fondello è in zaffiro e fa vedere un movimento davvero ben realizzato. Inoltre sul meccanismo è presente l’indicazione della riserva di carica: molto importante per un orologio con 7 giorni di riserva di carica (che ho testato e sono veritieri). Bello anche ardiglione che riporta la scritta HMC.
Una Passione Famosa: Diego Occhiuzzi.
Le prove di Giorgione: RADO True Thinline.
Premetto che non ho mai posseduto un Rado: questo malgrado il fatto io ne abbia sempre apprezzato la ricerca delle forme semplici e dei materiali di alta tecnologia. Tante volte ho seguito con attenzione dei loro modelli ma la scintilla non è mai scattata.
Poi settimana scorsa mi è arrivata una busta dalla Rado: e dentro vi ho trovato il Rado True Thinline. Nero, di un bel nero lucido. Tanto nero e dell’argento per indici e sfere. L’ho tolto dalla busta e mi sono detto: non mi fa impazzire, per fortuna si nota poco ed sottile (le prime impressioni a volte ingannano). Le prove sono prove però: accetto gli orologi che mi danno le case e, quindi, inizio test…
Andamento Esportazioni Orologi Svizzeri (primo semestre 2012)
Una Passione Famosa: Gennaro Gattuso.
Le prove di Giorgione: F. P. Journe Centigraphe Sport.
Quanti orologi ho visto in vita mia? Domanda a cui non so rispondere: sono troppi per poterli contare. E’ da anni che seguo le fiere, che gestisco Orologi & Passioni e che passo pomeriggi interi dai concessionari.
Sono quindi un numero pazzesco, qualche migliaio. Eppure mai, e ripeto mai, nessun altro orologio mi ha sorpreso, affascinato e colpito al cuore come questo F. P. Journe Centigraphe Sport. Certamente avevo già avuto modo di vedere e provare il Centigraphe normale (che poi di normale non ha nulla essendo già esso un orologio straordinario) ma non mi aspettavo potesse esistere un orologio come lo Sport. E’ diverso da qualsiasi cosa abbiate mai provato: è un altro livello, un altro pianeta. E’ una categoria a se stante: una categoria che prendono in considerazione solo i veri collezionisti, quelli che amano l’orologeria e non vogliono ostentare.
Una fabbrica all’avanguardia
Grazie all’amico Umberto (Verga, titolare dell’affermata e storica orologeria milanese Luigi Verga), insieme ad un gruppo di simpaticissimi Harleysti ho avuto la possibilità di visitare una delle più moderne fabbriche di orologi attualmente presenti sul territorio elvetico, la Hublot. Situata a Nyon, poco fuori Ginevra, questa visita ci ha permesso di trascorrere 2 fantastici giorni. Mercoledì, infatti, chi con la Harley-Davidson e chi in auto, ci siamo ritrovati al punto di partenza prestabilito (Numero Uno, il più storico concessionario Harley-Davidson italiano) per poi muoverci alla volta di Ginevra in compagnia anche del nostro eccellente anfitrione, Diego Bertani (Brand Director di Hublot) e di Paola Abondio (Mktg & Communication manager, sempre di Hublot). Giunti all’hotel, la cena è volata via dissertando piacevolmente di meccaniche di orologi e di motociclette. Il giorno seguente Ginevra è stata “turbata” di prima mattina da una roboante processione di Harley scortate da un paio di auto (una mia, ahimè, non essendo ancora felice proprietario di una due ruote di Milwaukee…) dirette alla fabbrica di Hublot. Mezz’ora di strada e… che fabbrica!
Il Mio Orologio.
Che titolo strano ho scelto: ogni orologio si potrebbe considerare il proprio orologio. Perché si è comprato e quindi, lo si possiede. Oggi però ho un orologio che posso dire sia proprio mio. Si perché l’ho “disegnato” io, con Paolo. Paolo è un amico: negli orologi lui ci lavora. Però, malgrado sia il suo lavoro, rimane un sognatore come me, come tutti noi appassionati.