Royal Oak Calendario Perpetuo Scheletrato in Edizione Limitata

Royal Oak Calendario Perpetuo Scheletrato in Edizione Limitata

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Per festeggiare i suoi primi 150 anni, Audemars Piguet ha presentato il Royal Oak Calendario Perpetuo Scheletrato “150th Anniversary” in edizione limitata, l’ultimo ad essere dotato del Calibro 5135, movimento che ha alimentato negli ultimi anni i calendari perpetui scheletrati da 41 mm della Manifattura, che per l’occasione ha usato una combinazione high-tech di titanio e Bulk Metallic Glass (BMG) sulla cassa e sul bracciale per creare un contrasto con l’estetica vintage del quadrante, ispirata a un orologio da tasca esposto nel Musée Atelier Audemars Piguet. I calendari perpetui (che molti di voi sanno essere la mia grande complicazione preferita) da sempre fanno parte della storia di Audemars Piguet: all’alba degli anni ‘70, all’apice della crisi dell’orologeria con l’arrivo del quarzo, la Manifattura presentò l’orologio da polso con calendario perpetuo a carica automatica più sottile dell’epoca, dotato dell’innovativo Calibro 2120/2800. Nei 18 anni successivi, Audemars Piguet vendette più di 7.000 movimenti, aprendo la strada alla rinascita di altre complicazioni classiche. Nel 1984, il Calibro 2120/2800 fece il suo debutto nella collezione Royal Oak (Modello 5554). Nel 2015 la Manifattura lanciò il Calibro 5134, adattando il movimento del calendario perpetuo a un diametro più ampio della cassa da 41 mm, e mantenendo al tempo stesso un profilo piatto con uno spessore di 4,5 mm. Per arrivare al 2019 con la presentazione del Calibro 5135 sul Royal Oak Calendario Perpetuo Scheletrato in ceramica nera (ref. 26585CE). Dotato di un quadrante in vetro zaffiro, il nuovo Royal Oak Calendario Perpetuo Scheletrato “150th Anniversary” ha i contorni del réhaut e dei quadranti secondari che reinterpretano l’estetica dell’orologio da tasca originale, presentando un’intensa tonalità di blu leggermente scurita per Continua a leggere



Audemars Piguet: visita a Le Brassus

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Jules Audemars - Scappamento AP

 

 

Con la dirigenza italiana della Audemars Piguet e l’Orologeria Luigi Verga di Milano, ho potuto visitare la sede principale della famosa manifattura svizzera. Esperienza a dir poco affascinante, vista la storia, la tecnica e la competenza che “trasuda” sul posto. La Maison svizzera nasce nel 1875 a Le Brassus grazie a due giovani orologiai della zona, Jules-Louis Audemars  e Edward-Auguste Piguet. E da allora è rimasta sia radicata nella Valle dello Giura, sia di proprietà delle due famiglie fondatrici.

In 3 intrepidi ci siamo ritrovati in Via Mazzini a Milano, dove ci aspettavano con una fiammante Range Rover Vogue, gentilmente messaci a disposizione dalla Casa Automobilistica, Umberto Verga e il suo Direttore Generale. Il viaggio, vuoi per la comodità del mezzo, vuoi per  la simpatia del gruppo, è durato un nulla, nonostante le asperità climatiche (la Vallèe de Joux d’inverno rimane quasi isolata a causa delle forti nevicate).

Giunti a destinazione, ad accoglierci c’erano Franco Ziviani (Amministratore delegato di Audemars Italia), Andrea Cardillo (direttore commerciale) e François-Henry Bennahmias (CEO Audemars Piguet), coi quali abbiamo cenato e ascoltato piacevoli aneddoti sulla loro maison. Uno, in particolare, mi sento di condividerlo con voi: François-Henry Bennahmias ci ha svelato la vera storia della genesi del Royal Oak. Nel 1970 a Gerald Genta (uno dei più grandi designer di orologi di tutti i tempi: basti pensare al Royal Oak appunto, al Nautilus di Patek Philippe, all’Ingenieur di IWC, al Pasha di Cartier per citare i più famosi) la casa svizzera, con la quale già collaborava, e il distributore italiano Carlo De Marchi, gli commissionano (in particolare per il mercato italiano) un orologio sportivo d’acciaio, allora una scommessa decisamente audace… Continua a leggere