Oggi vi presento il nuovo modello Chronographe Monopoussoir Rattrapante della collezione LineSport di F.P. Journe. Questo fantastico cronografo è declinato in tre versioni: platino PT 950, oro rosso 18 ct e titanio grado 5. La cassa di 44 mm di diametro e 12 mm di spessore contiene il nuovo movimento a carica manuale con cronografo monopulsante con funzione rattrapante e grande data, in oro rosa 18 ct per le versioni in oro rosso e platino e in lega di alluminio per la versione in titanio. Due nuovi bracciali in platino e oro con finitura satinata sono stati sviluppati appositamente, mentre il bracciale in titanio è identico alla versione esistente della LineSport. La cassa e le maglie sono caratterizzate da inserti in caucciù (ricordano i paraurti delle vecchie automobili) che proteggono il metallo dell’orologio dai piccoli urti. L’attacco del bracciale e le maglie sono sviluppati in modo da adattarsi alle diverse dimensioni del polso e la chiusura deployante è regolabile in lunghezza di più o meno 5 mm (comodissimo accorgimento). L’orologio ha una riserva di carica di 80 ore che permette di utilizzare il cronografo con la funzione rattrappante per due giorni di marcia; è inoltre presente la grande data, con una finestrella che misura 5,20 x 2,80 mm che consente una visibilità ottimale del calendario. Per ognuna delle 3 versioni è previsto un quadrante di colore diverso: per il modello in platino, un quadrante in argento guilloché di colore blu con le cifre in appliques in oro grigio opaco, 2 contatori cronografici in argento, lancette rodiate opache; per il modello in oro rosso 18 ct, un quadrante in argento guilloché, ricoperto di rutenio con le cifre in applique in oro rosso opaco, 2 contatori cronografici in argento, lancette in oro rosso opaco; per la versione in titanio, quadrante in lega di alluminio color ardesia con cifre in appliques in Superluminova, 2 contatori cronografici incisi nello zaffiro e lancette con Superluminova. La corona è rivestita in caucciù è ha tre posizioni: ricarica, correzione della grande data e messa all’ora.
Il nuovo calibro 1518 a carica manuale progettato da F.P. Journe, come di consueto, è interamente realizzato nella Manifattura. F.P. Journe e ciascuno orologiaio esperto esegue tutti i passaggi dell’assemblaggio dall’inizio alla fine, caso unico nell’orologeria. Nato dallo sviluppo del cronografo realizzato per Only Watch, questo nuovo movimento dispone di un innesto del cronografo con un pignone basculante che evita il salto della lancetta alla partenza. Ha richiesto un importante sviluppo per l’integrazione della grande data in uno spessore totale di soli 6,80 mm, firma del marchio F.P. Journe.
Per una meraviglia simile trovo giusto dedicare qualche parola alla storia del cronografo, della funzione rattrappante e alle loro origini. Pensando al cronografo vien in mente Nicolas-Matthieu Rieussec, che fu l’inventore nel 1822 del meccanismo per “scrivere il tempo” dal greco Chronos e Graphô. Prima ancora di considerare la misurazione del tempo, era necessario disporre di strumenti capaci di visualizzare lo stesso con estrema precisione e determinare il secondo. Il lavoro di ricerca di astronomi, matematici e orologiai era quindi correlato. George Graham (1673 – 1751) sembra essere stato il primo a interessarsi a una soluzione meccanica di divisione del secondo (teoricamente 1/16 di secondo) per permettere successivamente di misurare la durata di un evento. Tuttavia, furono riscontrate alcune problematiche: il dispositivo non visualizzava l’ora e doveva essere impostato sullo zero manualmente. Il passo successivo fu quindi la visualizzazione del secondo indipendente: su un meccanismo che mostrava l’ora, venne integrata una seconda lancetta indipendente per mezzo di un treno di ruote che permettesse di visualizzare il tempo ( 1/5 di secondo per 18.000 alternanze ora) con una funzione di avvio / arresto senza influenza sul funzionamento dell’orologio. Mentre Jean Romilly, orologiaio ginevrino con sede a Parigi, aveva presentato nel 1758 all’Académie Royale des Sciences un orologio a ripetizione con i secondi decentrati, Jean-Moïse Pouzait nel 1776 aveva proposto un orologio con i secondi morti indipendenti. Gli scienziati, che associavano la misurazione del tempo a molti dei loro esperimenti, erano particolarmente interessati agli strumenti di precisione. Louis Moinet, ispirato dal lavoro degli astronomi e consapevole delle loro esigenze, propose nel 1816 la sua versione di contatore. Chiamò questa invenzione “contatore dei terzi”. Con una lancetta dei secondi che mostrava 1/60 e un bilanciere che batteva a 216.000 vibrazioni all’ora, possiamo facilmente immaginare le difficoltà legate a questo contatore: lubrificazione, usura prematura, consumo d’energia… I militari, nel frattempo, avevano cercato di migliorare le loro prestazioni grazie a questi strumenti di precisione. Tra le opere firmate Breguet si trovano dei “contatori militari per misurare il ritmo delle truppe”. Questi dispositivi battevano 76 volte al minuto anziché 60. Si trovano le prime descrizioni già nel 1819.
Aspetti più leggeri ma ugualmente strategici, soprattutto per i giocatori d’azzardo, hanno portato Rieussec all’invenzione che ha dato il suo nome al cronografo utilizzato nelle corse equestri: prevedeva un quadrante smaltato che ruotava su se stesso in 1 minuto. Su questo quadrante è stata dipinta una scala di secondi che scorreva sotto un sistema che depositava una goccia di inchiostro quando si azionava un pulsante situato all’esterno della cassa. Questo orologio scriveva il tempo, da cui il termine tratto dal greco Chronos, tempo e Graphò, scrivere, che hanno dato il nome “cronografo” usato oggi, da non confondersi con il cronometro che qualifica un orologio di precisione. Il sistema è stato perfezionato in particolare dall’orologiaio Frédéric-Louis Fatton, allievo di Abraham-Louis Breguet. Il suo orologio aveva un quadrante fisso ed era la lancetta dei secondi che custodiva un piccolo serbatoio d’inchiostro. Questa lancetta era dotata di un dispositivo collegato ad un pulsante situato all’esterno della cassa e azionando questo bottone, la lancetta doveva depositare una sottile goccia di inchiostro sul quadrante. Il rapporto sulla mostra dei prodotti dell’industria francese del 1823 menzionava quindi le opere di Breguet e Rieussec.
Arrivando al cronografo moderno, Adolphe Nicole, originario della Vallée de Joux, ma trapiantato a Londra con il nome di Nicole & Capt, inventò nel 1862 il sistema che permetteva, dopo aver fermato la lancetta dei secondi, di riportarla al punto di partenza. Dotò il suo meccanismo di rimessa a zero di un cuore, un componente usato ancora oggi.
Complicazione particolarmente ricercata per la sua funzionalità, il cronografo ha continuato a modernizzarsi fino ai giorni nostri. Estremamente complesso da implementare, richiede una grande precisione nella sua costruzione, per fornire una lettura precisa del tempo. Oggi François Paul Journe posa una nuova pietra miliare nel cammino dei grandi orologiai e apporta il suo contributo al progresso con il Chronographe Monopoussoir Rattrapante. Per una lettura più precisa e confortevole di questi strumenti di precisione è diventato essenziale poter arrestare le lancette visualizzando gli intervalli. Nel 1827, Louis-Frédéric Perrelet introduceva a sua volta delle innovazioni con un orologio con due lancette dei secondi. Una delle lancette poteva essere arrestata a piacimento e con una seconda pressione sullo stesso pulsante, la lancetta raggiungeva la prima che aveva continuato a marciare. Verso il 1831 Joseph-Thaddeus Winnerl ha inventato un sistema “rattrapante” che arrestava la lancetta dei secondi e successivamente questa lancetta poteva recuperare il tempo del suo periodo d’arresto a condizione che non superasse i 30 secondi. La particolarità di questo primo sistema detto a “bec de plume” e del secondo sistema che inventerà più tardi, che sarà dotato di due lancette dei secondi sovrapposte, è che si basavano sulla ruota dei secondi e non sul meccanismo del cronografo. È verso il 1880 che la funzione rattrapante apparirà nella sua forma attuale. Mentre si possono citare molte maison che producono cronografi in questo periodo, i nomi associati al rattrapante sono pochi. E quando si parla di rattrapante si pensa automaticamente ai pezzi più complicati come ad esempio “La Merveilleuse” di (Charles) Ami LeCoultre, realizzata in collaborazione con Louis-Elysée Piguet che ricevette la medaglia di bronzo all’Esposizione Universale di Parigi nel 1878.