Longines Lindbergh ad Angolo Orario: prova al polso

Longines Lindbergh ad angolo orario... al mare

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Ho avuto modo di provare il Lindbergh ad Angolo Orario grazie alla Manifattura Longines. Il modello originale dell’orologio The Lindbergh Hour Angle Watch (questo il nome originale) è stato ideato da Charles Lindbergh come strumento di navigazione dei piloti durante il volo. Il 20 maggio e il 21 maggio 1927 Lindbergh, aviatore statunitense, compì la prima traversata aerea in solitario e senza scalo dell’Oceano Atlantico. L’aviatore, forte della sua esperienza nella difficoltà di determinare rapidamente la propria posizione durante il volo, si recò alla Longines per chiedere un orologio speciale in grado di aiutare i piloti nel determinare facilmente e velocemente a che longitudine si trovassero. Il risultato di questa collaborazione fu appunto il Longines Lindbergh; l’orologio venne soprannominato ‘orologio con angolo orario’ perché in grado di misurare direttamente a che angolo ci si trova rispetto al meridiano di Greenwich e quindi di determinare tramite questo metodo a che longitudine ci si trova. Il Linbergh venne introdotto nella produzione ufficiale della Longines nel 1931. Nel 1987, dopo che la Longines fu acquisita dal Gruppo Swatch, con il Lindbergh non più prodotto da decenni, fu creata una riedizione per celebrare il 60esimo anniversario dell’atterraggio del pilota a Le Bourget. A differenza dell’originale questo nuovo modello era parecchio più piccolo, aveva un fondello in vetro minerale che faceva vedere il meccanismo ed aveva un movimento ETA. Nel 1990 poi, visto il grande successo del Lindbergh, venne creata una riedizione limitata di questo importante modello e questa volta si ritornò al diametro originale, 47,5mm (il modello della prova al polso). Quest’anno tra l’altro verrà celebrato il 90° anniversario dal primo volo di Lindbergh in solitaria da New York a Parigi cronometrato da Longines. E per l’occasione, tra le novità Longines del 2017 presentate al Baselworld di Basilea, c’è una riedizione di questo storico orologio che sarà mia cura presentarvi nei prossimi numeri della rivista.

Ma veniamo al modello che ho avuto in prova. Longines ci ha sempre abituati ad orologi molto classici. E questo orologio non smentisce la tradizione. L’orologio Lindbergh ad Angolo Orario possiede una cassa d’acciaio di dimensioni importanti: parliamo di oltre 47 mm di diametro. Avendo un polso sottile, non vi nascondo che il primo pensiero sia stato: e adesso come farò a indossarlo e a portarlo per qualche giorno? Bene, appena messo al polso è venuto meno il mio scetticismo: sarà la presenza di un cinturino invece che di un bracciale, sarà la presenza di una fibbia ad ardiglione, preferita alla chiusura a deployante (chi mi conosce sa che non la amo, sempre a causa del polso sottile), sarà per l’indiscusso fascino di questo orologio, ma raramente ho trovato così comodo un orologio così imponente! E pure dopo qualche ora di utilizzo il polso non mi risultava “affaticato”. Ho trovato particolarmente bello il quadrante, pur nella sua complessità (poco più sotto vi spiegherò come si usa): più lo guardavo e più lo ammiravo. L’orologio indica ore e minuti per mezzo di lancette “Breguet“ in acciaio azzurrato; i secondi invece si leggono su un quadrante bianco laccato, protetto da un vetro di zaffiro inscalfibile.

 

Grazie a un’ingegnosa combinazione di quadranti, questo segnatempo si distingue da un comune orologio per tre aspetti:

  • Le indicazioni del quadrante, sul quale spiccano, oltre ai minuti a “chemin de fer“ e ai numeri romani dipinti di nero, 12 cifre arabe blu (anch’esse dipinte) che servono per calcolare la longitudine. sono progettate per indicare contemporaneamente l’ora (espressa in ore, minuti e secondi) e l’angolo orario (espresso in gradi e minuti d’arco).
  • Il quadrante centrale argentato mobile, dotato di minuti neri e di cifre rosse, indica i secondi. La sua posizione può essere modificata per mezzo della corona allo scopo di sincronizzarlo con un segnale orario. Questo quadrante venne realizzato però non da Charles Lindbergh, ma dal comandante americano ed istruttore di navigazione Philip Van Horn Weems.
  • La lunetta girevole, in acciaio spazzolato su cui spiccano in rilievo le cifre arabe nere e blu, permette di correggere l’equazione del tempo (variabile da un giorno all’altro).

 

Non vi nascondo che, pur con notevoli difficoltà (non è il mio mestiere e non ho mai pilotato aerei per traversate in solitaria!), dopo un paio di giorni passati a rimirare i quadranti, ho provato ad usare l’orologio unitamente a un sestante e a un almanacco nautico, per determinare rapidamente l’angolo orario di Greenwich, ossia la longitudine. Un po’ di acculturamento in materia. La concezione complessiva dell’orologio The Lindbergh Hour Angle Watch tiene conto del fatto che la Terra ruota di 360° in 24 ore, di 180° in 12 ore, di 15° in un’ora e di 15’ d’arco in un minuto. Di conseguenza la lancetta delle ore indica 15° per ora, un giro del quadrante (12 ore) equivale a 180°. La lancetta dei minuti indica 1° ogni 4’, ossia 15° per ora. Ognuno di questi 15° è suddiviso a sua volta in quattro settori di 15’ d’arco. Tutte queste indicazioni sono incise sulla lunetta girevole. Una rotazione completa della lancetta centrale dei secondi equivale a 15’ d’arco. Il quadrante centrale mobile, infine, è suddiviso in 60’’ e in 15’ d’arco.

Dopo questa “lectio”, torniamo al mio utilizzo quotidiano dell’orologio. Utilizzo che, con eccezione dell’impiego “acquatico” (non l’ho messo sotto la doccia o in piscina, essendo impermeabile al massimo fino a 30 metri, perciò non volendo rischiare con la pressione dell’acqua), è stato veramente completo. L’ho potuto portare in ufficio come nel tempo libero, in auto come in scooter, in palestra come giocando col mio Boston Terrier (come testimoniano le foto)! La riserva di carica è di circa 42 ore, verificata di persona. Premendo il pulsantino situato tra le 3 le 4, si apre il coperchietto inciso internamente che funge da fondocassa e un vetro zaffiro trasparente rivela la marcia del movimento ETA a carica automatica L699 che compie 28.800 alternanze/ora. Il cinturino è di una bella e comoda pelle marrone con fibbia “Charleston”. Viste le dimensioni del segnatempo ero anche preoccupato per la sua “bilanciatura” al polso durante la “prova su strada”. A volte con orologi di queste dimensioni ho avuto un po’ di problemi in quanto tendevano a girarsi sul polso. Il Lindbergh invece, grazie alla forma del fondello e delle anse, resta ben ancorato nella giusta posizione, cosa che ho apprezzato davvero molto. Una caratteristica che ho notato è che questo orologio ha davvero un equilibrio eccezionale. Lo posso affermare perché nei giorni della prova amici e colleghi hanno voluto provarselo al polso e stava bene sia su polsi piccoli sia su quelli enormi. Indice di un’ottima capacità di adattamento! Chiaramente è un orologio che attira l’attenzione e devo dire che questo Longines ha ottenuto davvero moltissimi apprezzamenti anche da parte di persone che non conoscevano bene il marchio. La cosa che mi ha dato più soddisfazione per questa prova è stata girare con un pezzo di storia al polso di una rarità unica. Frequento tanti appassionati di orologi e devo dire che mi sarà capitato forse un paio di volte nel corso degli anni di vedere qualcuno che indossasse orologi simili. Il mondo dell’orologeria, si sa, avendo già realizzato tutte le possibili complicazioni, oramai punta soprattutto all’introduzione di nuovi materiali, vuoi per la cassa, vuoi per i componenti del movimento. Perciò, mia modesta considerazione, a volte la migliore novità (come sta avvenendo sempre più spesso nella musica ad esempio… ehm…) è proprio la riproposizione di qualche modello d’epoca, magari rivisitato nel look o nei materiali utilizzati, pur rispettando le specifiche iniziali. E il Longines Lindberg trovo ne sia un ottimo esempio: non c’è bisogno di essere un pilota di aerei di consumata esperienza per apprezzarlo. E non serve nemmeno essere profondi conoscitori dei movimenti che fanno marciare gli orologi; basta saper apprezzare l’orologeria, piuttosto che il mondo e la storia che sta attorno, che spesso spiega perché nascano alcuni segnatempo.

Che dire allora, per concludere. Credo sia importante scoprire che, in un mondo sempre più dominato dalla tecnologia (anche al polso, pensate agli smartwatch), è bello poter indossare ed apprezzare un orologio che al contempo incarna lo spirito avventuriero, la tradizione, la storia e la cura nelle finiture. Un orologio davvero ben fatto ed emozionante che consiglio a chi voglia avere al polso un pezzo di storia e qualcosa di veramente esclusivo.