Audemars Piguet Royal Oak 15202: prova al polso

Audemars Piguet 15202OR

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Un uomo non dovrebbe mai vergognarsi di ammettere che ha sbagliato, che non è altro che dire … che oggi è più saggio di quanto non fosse ieri.
(Alexander Pope)

Ed allora, dopo questa prova, posso considerarmi davvero più saggio! E dire che Audemars Piguet è sempre stato un marchio che ho amato e seguito. Purtroppo devo anche dire che questo amore non è mai stato sufficiente a farmene possedere uno in quanto non l’ho mai visto “vestire” bene il mio piccolo polso. Un amore quindi platonico, fatto di lunghi studi su carta o su orologi non indossati. Un amore tormentato in quanto mai corrisposto. Infatti, negli anni, non ho mai preso un AP e quindi neppure mai indossato.
Poi, un giorno, mi chiama Paolo Volta. Il mio amico Paolo Volta posso dire. Paolo lo conoscevo di nome in quanto titolare di un famoso concessionario di Piacenza. Poi il caso ha voluto che due amici fraterni (Paolino che anche lui fa parte del mio amato mondo degli orologi anche se ultimamente mi trascura ed Ettore che di orologi non capisce nulla e neppure è simpatico ma lo adoro lo stesso) me lo presentassero.
Paolo ha quella scaltrezza di chi deve muoversi in questo mondo del lusso con un negozio di provincia. Quindi è pieno di iniziative ed idee più innovative rispetto ai concessionari delle grosse città. L’altro giorno eravamo assieme e mi ha fatto vedere un orologio della sua collezione (questo 15202 appunto). Poi, guardandomi con quei suo occhi furbi tipici di chi sa come ammaliare una persona, mi ha chiesto se avessi voluto fare una prova al polso. Che potevo dire se non di si, di fronte ad un pezzo che mi ha sempre intrigato?
Cosi mi sono trovato a passare due settimane con un “essere alieno” al polso. Si, alieno per davvero perchè la sua vestibilità è del tutto diverso da ogni orologio che ho indossato in precedenza. Il bracciale è infatti più rigido rispetto ad altri in metallo e sul mio polso crea quasi un effetto “bracciale”. In stupendo oro rosa satinato per altro. Una rigidità in parte dovuta al fatto che ho dovuto far levare parecchie maglie per poterlo indossare. Eccolo al polso quindi questo Audemars Piguet 15202 in oro rosa. Ora dovrei iniziare a scrivere, in maniera imparziale, di come è passare due settimane con questo orologio al polso. Devo però premettere, è giusto farlo, che l’imparzialità è minata alla base da due motivi. In primis ritengo che in orologeria la combinazione oro rosa quadrante scuro sia la migliore in assoluto. Secondo perchè amavo platonicamente Audemars Piguet ed ora la amo realmente, incondizionatamente. Sarò quindi parziale, sappiatelo, come lo sarebbe qualsiasi innamorato che parla dell’oggetto della sua passione. Non voglio quindi usare eufemismi o dilungarmi troppo e mi limito ad una affermazione: al polso è da capogiro. Ce ne si innamora in mezza giornata. In questa versione il 15202 è talmente affascinante che per i primi due giorni si hanno difficoltà a concentrarsi su qualcos’altro che non sia lo scoprire quanto questo segnatempo sia bello in ogni suo dettaglio. Il quadrante, le finiture, la ghiera, il bracciale… Ogni più piccolo particolare inserito in quest’orologio da quel genio che fu Gerald Genta è messo in risalto da un materiale che ha un calore ed un fascino unico. Dovrei parlarvi dello spettacolare quadrante di un grigio blu a nido d’ape davvero realizzato a regola d’arte. Non lo farò. Dovrei raccontarvi del calibro di manifattura che monta il 15202. Nemmeno ci penso. Dovrei elencarvi le altre caratteristiche tecniche. Scordatevelo. Per quello avrete internet o le riviste. Non chiedete a me di perdermi in questi tecnicismi perchè, dopo averlo indossato per tutto questo tempo, passano in secondo piano.
Io cerco di raccontarvi cosa ho provato ma sarà dura in quanto, alcune emozioni, vanno davvero vissute. E non potrò mai ringraziare Paolo abbastanza per questa opportunità che ho avuto.
Lui è diverso, un orologio che va per la sua strada che è poi una strada diversa da quelle che si percorrono normalmente. A partire da come veste sul polso (per lo meno nel mio caso) tutto è un mondo a parte reso unico da questo spettacolare gioco di forme e materiali. A differenza dei bracciali che abbracciano il polso questo lascia un po’ di spazio rendendolo davvero comodo.
Nella versione di manifattura (il 15202 appunto) tutto è più raffinato e anche il bracciale è meno spesso rispetto, ad esempio, al 15400. Anche la cassa è più sottile e questo fa si che, seppur in oro, il peso sia molto piacevole e non fastidioso.
La lettura delle ore è resa facile dal fatto che le sfere in oro rosa risaltano per bene sul quadrante scuro ma poi in realtà che importanza ha?!?!? Io passavo le ore a guardarlo senza neppure sapere che ore fossero. In queste due settimane non è stato un orologio, ma un compagno di avventura da ammirare durante il giorno. Devo ammettere che, a volte, mi è servito anche a sapere che ore fossero.
L’orologio perfetto quindi? Assolutamente no. Purtroppo ha un enorme difetto che non posso nascondervi.
Il 15202, come tutte le espressioni di bellezza (auto, donne, case poco cambia), è qualcosa che non sarete i soli a notare. Le persone che ve lo vedranno al polso lo noteranno e vi chiederanno di vederlo, di provarlo. E dover levare l’orologio per passarlo alle mani di qualcun’altro che, magari, non avrà la vostra stessa cura nel maneggiarlo è qualcosa che fa male (gli appassionati mi capiranno). Ed in queste due settimane ho sofferto, davvero troppo per le mie capacità di resistenza. L’orologio è di Paolo mi direte voi. E’ vero, ma me lo ha affidato in cura per due settimane ed in questi giorni l’ho sentito come mio. E ci soffrivo davvero troppo per non segnalarvi questo enorme neo del 15202 in oro rosa. Se siete gelosi, possessivi e precisi come me preparatevi a patire le pene dell’inferno quando lo indosserete e lo vedranno altre persone.
In realtà questo mi ha fatto anche pensare a quanto soffrirà il buon Paolo ogni volta che gli capiterà di doverlo sfilare e far provare a qualcuno. E, per l’amicizia che ci lega, avevo anche trovato una soluzione: regalarmelo per togliersi da questa dura ed imbarazzante situazione. Non posso dirvi cosa mi abbia risposto ma devo dirti, Paolo, che non hai usato parole molto carine nei miei confronti.

Vorrei concludere la prova facendo un complimento alla Audemars Piguet (ad Andrea, nello specifico, che è un altro carissimo amico). In pochi anni siete riusciti a cambiare qualcosa nella distribuzione dei vostri orologi ed il marchio sta prendendo il posto che davvero si merita in cima alla classifica delle case più blasonate. Avete fatto delle scelte non facili, ma stanno pagando in termine di immagine e prestigio. Bravissimi. Per rendere l’orologio sono andato a Piacenza da Paolo (che è senza cuore e se lo è ripreso per davvero) ed ero molto triste, cosi triste non lo ero mai stato alla fine delle altre prove. Per fortuna ad accompagnarmi c’era Ettore (quello antipatico ricordate!?!?!?!) che per lo meno poi mi ha offerto una ottima cena a base di salumi e tigelle. Lui di orologi, come ho già detto, non ne capisce nulla ma di cibo e vini è un grande esperto. Ho provato quindi ad affogare il dolore della separazione nel buon cibo. Invano….

Che altro dire… Ah! Buon Natale a tutti voi lettori del TGCOM24 e del nostro blog!