TCM orologi: Terra Cielo Mare. Intervista al CEO Luca Fontana

Luca Fontana

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TCM è una società indipendente diretta da un gruppo di appassionati di orologi che da generazioni operano nel mondo delle lancette.La produzione TCM (il nome Terra Cielo Mare deriva dall’industria motoristica di fine ‘800 che sviluppava i suoi prodotti nelle tre direzioni) dalle spiccate caratteristiche artigianali è limitata per natura: si ricercano movimenti particolari e materiali d’avanguardia. Lo spirito dell’azienda è quello di spingersi coraggiosamente con le sue caratteristiche uniche in un mercato caratterizzato dall’uniformità. Per questo vi è un riferimento costante a coloro che nella storia sono andati oltre il senso comune con imprese straordinarie.

Ho intervistato Luca Fontana, CEO dell’azienda. Giovane ma forte di una famiglia che da 4 generazioni opera nel settore dell’alta orologeria, ha dialogato con me raccontando aneddoti simpatici. E nella fotogallery trovate i modelli forse più rappresentativi, che nelle prossime settimane andrò a dettagliarvi.

  

Iniziamo chiedendoti qualcosa su di te e sul tuo background…

La passione per gli orologi mi scorre nel sangue: da 4 generazioni la mia famiglia opera nell’alta orologeria e sin da piccolo ho avuto occasione di scoprire ciò che sta dietro a questo mondo. Passavo i pomeriggi in fabbrica da mio nonno, assistendo alla lavorazione di marchi di altissima orologeria, poi, grazie a mio padre, che amministrava una catena di negozi, ho potuto avere tra le mani grandi orologi finiti e partecipare alle fiere di settore, tra cui quella di Basilea, la più importante in assoluto. Tuttavia, prima del mio ingresso “professionale” in questo mondo, mi sono occupato di tutt’altro. Sino al 2012 amministravo un’etichetta discografica, esperienza che mi ha permesso di entrare in contatto con realtà artistiche ed imprenditoriali di tutto il mondo, soprattutto Stati Uniti e Nord Europa.

Poi a fine 2012 la svolta. TCM, meglio conosciuta come Terra Cielo Mare, marchio storico fondato da Emilio Fontana a fine secolo scorso, è stata rilevata da nuovi soci, tra cui la mia famiglia, con l’obiettivo di rilanciare il brand e dar vita ad un marchio giovane e molto vicino alle mie passioni. Tra queste l’alpinismo, per il quale mi sento, nel mio piccolo, un po’ temerario e l’alta cucina, hobby cha amo coltivare anche attraverso le recensioni che scrivo per un blog e che mi aiuta ad apprezzare le piccole sfumature sensoriali del mondo che ci circonda.

 

Quali sono le cose più significative che hai fatto nel recente passato per TCM?

Dopo la fiera di Basilea, svoltasi a Marzo, sono partito per un viaggio in Giappone, uno dei nostri principali mercati. Credo che l’Oriente sia un obiettivo imprescindibile per qualsiasi marca di orologi. Tuttavia, a differenza di altri brand, ritengo che l’Europa e soprattutto l’Italia, abbiano ancora molto da dire e possano rappresentare un trend setter in termini di gusto ed innovazione per tutto il settore orologiero, e più in generale come sistema di valori.

 

Ci puoi descrivere brevemente l’attuale collezione e i prossimi obiettivi?

Contrariamente a quanto si creda, TCM, acronimo di Terra Cielo Mare, deve il suo nome alle tre linee dell’industria motoristica di inizio secolo e non ai tre elementi principali in natura. Gli orologi si ispirano ad avvenimenti storici legati a grandi uomini che, nel corso della storia, sono andati oltre il senso comune con imprese straordinarie; proprio da questo concetto nasce il claim “L’orologio dei Temerari”. L’attuale collezione è composta da più modelli di ispirazione militare, tutti numerati, prodotti in piccole serie, con alcuni modelli in edizione limitata. Grazie alla G.T.F., azienda di famiglia e storica officina meccanica di precisione leader nella produzione di casse e bracciali per l’orologeria di alta gamma, riusciamo a conferire ai nostri orologi alti standard qualitativi e materiali tecnologici all’avanguardia.

 

Quali sono gli elementi distintivi delle vostre creazioni?

Storia Italiana, tecnica Svizzera, innovazione e design.

 

Immagino sia importante anche il settore Ricerca e Sviluppo…

Assolutamente. Il nostro obiettivo è innovare soprattutto nell’utilizzo dei materiali, un campo piuttosto trascurato dall’alta orologeria, molto focalizzata sui movimenti. Anche dal punto di vista del design ingegneristico stiamo facendo grandi sforzi. Per questo motivo ho scelto un nuovo designer, Luca Marcon, che si occuperà di sviluppare l’intera collezione. Ritengo già il suo primo lavoro per TCM, il Tazzoli, estremamente soddisfacente.

 

Qual è il pezzo che meglio riflette lo spirito di TCM?

Il Tazzoli. E’ un concentrato di tutto quello che siamo e che vorremo essere. Questa è la direzione in cui voglio spingere l’azienda nei prossimi anni.

 

Qual è la maggior sfida che pensi dovrete affrontare nei prossimi anni?

Innovarsi costantemente, rimanendo fedeli all’imprinting iniziale del fondatore dell’azienda, Emilio Fontana. Egli ha da subito creato una marca avente come punti di forza l’Italianità e la caratterizzazione degli orologi, dando luce a pezzi dalla personalità molto marcata, come il Cloche del 2005, a cui oggi si ispira il Ferrarin. Spero che la nostra omonimia aiuti!

 

 

Che cosa indossi oggi e cosa indossi di solito?

Ovviamente il Tazzoli, uno dei primi prototipi, con alcune piccole differenze rispetto al modello di produzione. Nella mia collezione privata di TCM ho anche un Orienteering PVD “BP”, uno dei prototipi dell’Avio Mk-II White (con un colore del superluminova leggermente diverso), un Crono Sorci Verdi LX ed un Artiglio con un quadrante inedito. Ogni tanto mi capita anche di prendere in prestito qualche orologio dal nostro museo aziendale: trovo affascinante indossare i pezzi storici.

 

 

Infine, una domanda “unfair”: ti obbligassimo a indossare l’orologio di un’altra marca, cosa metteresti e perché?

Non sarebbe un obbligo ma un piacere, sono un grande appassionato di orologi!  Sono un fan dell’AP Royal Oak, alla cui nascita ha contribuito anche mio nonno. Ho uno dei primi esemplari prodotti, ricevuto dalle sue mani il giorno della mia laurea. Lo indosso in rare occasioni e con grande rispetto.