Rolex Daytona Paul Newman, uno status symbol

qpn-daytona-tric-chiaro

Image 6 of 6

Rolex Daytona "Paul Newman"

 

Anche questa settimana il nostro amico lettore e riconosciuto esperto italiano dei Rolex, soprattutto Vintage, si è intrattenuto con noi per una piacevole chiacchierata sull’iconico Rolex Daytona Paul Newman.

 

Ciao Stefano, perché’  il Rolex Daytona Newman?

Perché è lo status symbol per antonomasia; con questo articolo ho cercato di rispondere alle principali  domande degli appassionati che si avvicinano ad un Daytona Newman. Il quadrante Newman è da sempre la versione con il look più sportivo e legato al mondo delle corse. Di casa Rolex, nasce in concomitanza alla collaborazione di Rolex come cronometrista ufficiale ai circuiti di Daytona in Florida e le Mans in Francia.

Montato dopo il 1964 circa venne battezzato esotico e tropicale per poi trovare il suo definitivo soprannome grazie ai collezionisti  italiani, i quali lo notarono al polso del noto attore in una pubblicità destinata al nostro mercato del film “Indianapolis pista infernale”.

 

 

Cosa lo identifica  a prima vista’?

Questo quadrante è caratterizzato dalla tridimensionalità generata  dal dislivello  tra corpo centrale del quadrante , contatori e pista perimetrale dei secondi cronografici, accentuata oltre che dal dislivello “fisico” anche dai colori a contrasto e dalla riduzione rispetto agli standard degli indici delle ore, compressi veramente ai minimi termini. Mi piace pensare che il disegnatore si sia ispirato ad un cruscotto di una macchina sportiva con  gli indicatori incassati.

 

 

Dove è stato montato?

E’ stato montato un po’ su’ tutte le referenze di carica manuale a partire da 6239 e 6240 per poi andare su 6241, 6262/64, 6263,65, ad eccezione  dei modelli in oro 6269/6270. Le versioni di abbinamento di colore sono due, comunemente definite due e tre colori. Come due colori identificheremo la variante con fondo bianco crema contatori neri  e pista dei secondi cronografici nera. Tre colori sia con fondo chiaro che con fondo nero contatori e pista dei secondi con colore a contrasto e scala cronografica in rosso. La scritta Daytona posizionata sopra il contatore ore crono ad ore 6 è sempre di colore rosso.

 

 

E’ sempre stato un successo?

Questi quadranti prodotti dalla fabbrica quadranti singer sono stati accolti molto freddamente dal mercato. In quei tempi gli orologi tonneau, massicci, carica manuale , non erano all’apice dei desideri. Il pubblico cercava l’orologio automatico , elegante  e sottile , quindi  spesso venivano sostituiti con il  più sobrio ed elegante standard. Alla riscoperta  di Rolex da parte del mercato, avvenuta a metà anni 80 , questo quadrante fu’ subito ricercato e , in primis oltreoceano, riprodotto. Il mercato fu invaso da questi quadranti che chiamerò after-market, ma che più semplicemente si possono dire falsi. In quel tempo non c’era lo studio che abbiamo sviluppato adesso  su grafiche, tipologie, produttori ecc. quindi la conoscenza pubblica di come distinguere un originale non esisteva.

Nel decennio successivo sono stati commercializzati migliaia di orologi di secondo polso con quadranti buoni e after-market, confondendo l’appassionato e portando pericolosamente il Paul Newman negli orologi troppo rischiosi per essere comprati.

Con l’avvento di internet, il confronto diretto fra gli appassionati prese piede e quindi anche l’informazione ed il confronto cominciarono a diffondersi. Mi ricordo nel 2004 vari famosi appassionati definivano il Newman un quadrante dove non ci si capisce niente. Troppo pericoloso, ovviamente dove non c’è informazione  c’è sempre chi ne approfitta. Credo di essere stato uno dei primi in quegli anni a smontare e ad elencare le caratteristiche  di originalità di questo quadrante, che vi garantisco è più semplice di molti altri. Credo che anche tutti questi quadranti after-market abbiano contribuito a far accrescere il fascino di questo orologio.

Quando qualcosa viene falsificato è sintomatologia di successo, a cui aggiungiamo il pericolo di non essere sicuri dell’originalità, hanno creato un mix di fascino del bello ed impossibile, un nome da divo poi ce l’ha, il legame con le corse automobilistiche pure, ed il piatto del successo è servito.

 

 

Come facciamo a essere sicuri dell’originalità?

Non potete… Sto scherzando! Ovviamente l’esperienza è sempre la miglior consigliera , per qualsiasi modello difficilmente è sostituibile  a qualsiasi testo. Come detto in precedenza oggi il quadrante Newman  è stato studiato e discusso in varie sedi, testi, riviste, forum… Analizzato e  spiegato in tutte le lingue. Ovviamente bisogna averne avuti per le mani, il colpo d’occhio, la rugosità delle vernici dell’epoca, alcune imperfezioni sintomatiche dell’originalità le riconosce solo l’occhio esperto. Come in tutti gli orologi, consiglio sempre l’acquisto con prudenza, sia che si faccia con un privato sia con un commerciante.

Personalmente consegno questi orologi con una personale perizia con il quadrante fotografato nel miglior modo possibile, ovviamente smontato, anche perché’ spesso il retro è molto importante. Le sfumature presenti, il punzone messo sempre in posti diversi, la rifinitura, i castoni degli indici, sono materia di identificazione  singolare, quasi come un impronta digitale.

Come vi ho già detto più volte tutelatevi sempre con dichiarazione di vendita  o documento fiscale. Questo a tutela del compratore e, non si sa mai, del venditore.

 

 

Parlaci un po’ di cosa dobbiamo guardare in un Newman?

Come ti dicevo prima è un quadrante  caratterizzato dalla tridimensionalità cioè c’è un dislivello tra corpo centrale, pista perimetrica  e contatori, ovviamente dai colori a contrasto. Se immaginiamo di poterci camminare sopra  partendo dal bordo esterno troveremo una parte più bassa dove è stampata la scala cronometrica (ogni 5 minuti troviamo un indice che indica le ore, il più piccolo mai pensato per un crono). Questo è un cubo realizzato in metallo lucido nelle versioni bianche e in metallo lucido con la superficie  superiore smaltata di nero.

In concomitanza con questi indici, incamminandosi verso il centro  troviamo un pallino di sostanza luminosa (trizio) che spesso si appoggia su un lato sull’indice e su quello opposto sullo scalino della parte centrale  del quadrante. Questo è in tutti meno che in quello ad ore 12. Ad ore 6 c’è la scritta t swiss t. Questo è un elemento fondamentale da valutare, ci sono caratteristiche grafiche inconfondibili nei quadranti originali,  che variano tra 2 e i tre colori.

Adesso, proseguendo nella nostra camminata virtuale,  ci troviamo sulla parte centrale del quadrante, vicino al contatore minuti cronografici. Qua notiamo che la differenza di distanza tra il bordo e i contatori (contasecondi) non è uguale. Siamo ora vicino ad un contatore che si trova  ad un livello più basso, riscendiamo quindi. Il contatore è realizzato a cerchi concentrici che, nella stragrande maggioranza dei casi iniziano subito sotto lo scalino, ma esistono , soprattutto nelle ultime versioni quadranti con il bordo dei contatori inclinato. La grafica presente in ogni contatore è molto caratteristica con numeri realizzati con particolarità grafiche indistinguibili.

Risaliamo sulla parte centrale del quadrante, guardandoci attorno noteremo che ad ore 6 sopra il contatore  delle ore crono c’è la scritta Daytona. Questa è presente in tutti i modelli con pulsanti viamo a pompa. In alto troviamo la corona logo Rolex, la scritta Rolex e quella Cosmograph, nome di invenzione Rolex comune a tutti i crono manuali di quel periodo che vuol evocare anche le imprese spaziali che in quegli anni erano la frontiera  che da li a poco l’uomo si accingeva a varcare.

Ritengo che la carriera del quadrante Newman e’ durata circa 8 anni, da circa 1964/5 al 1972 sempre in modo approssimativo , spesso  e su richiesta sono stati montati anche dopo.

 

 

Quale il modello Paul Newman che ti piace maggiormente?

Personalmente amo il due colori, ovviamente la sua massima sublimazione la trovo nel 6240. Caratterizzato da una grafica di scritte particolari dette a bastone, con grazie meno pronunciate, questa referenza è stata la prima dedicata ad un crono Rolex che sposa appieno la filosofia di impermeabilità e robustezza.

Le modifiche riguardarono i pulsanti con chiusura a vite, corona di maggiori dimensioni e per la prima volta, ghiera tachimetrica in smalto nero. Qua esistono due scuole di pensiero, a chi gli piace il quadrante dei modelli a pompa, perché’ definito prototipo, e chi i quadranti con  la personalizzazione Oyster. Io sono per la seconda ipotesi, la novità di questo modello era proprio dettata dalla cassa Oyster, perché non ci dovrebbe essere scritto?

Comunque  qua siamo a discorsi come se fosse nato prima l’uovo che la gallina, purtroppo Rolex non aiuta in nessun modo il collezionista nella sua passione quindi dobbiamo ricostruirci la storia a tasselli, confrontandoci. Gli orologi non sempre ci giungono “come mamma li ha fatti” quindi è complicato stabilire una ragione senza il minimo dubbio.