Il 1° Marzo 1983 Swatch (la contrazione originale è quella di “second”, secondo, e “watch”) presentava un orologio da polso svizzero al quarzo, formato da soli 51 pezzi: il primo orologio in plastica al mondo non era fatto a mano come da tradizione svizzera, ma veniva realizzato in una catena di montaggio completamente automatizzata. Per la prima volta, grazie al ridotto numero di pezzi e all’assemblaggio automatico, la qualità degli orologi svizzeri era diventata accessibile a milioni di persone. E tra questi il sottoscritto, che proprio allora iniziò ad appassionarsi al magico mondo dell’orologeria. Collezioni numerate e limitate come ad esempio la Confederazione Elevetica attirarono l’attenzione mia e quella di tantissime altre persone, arrivando a scatenare fenomeni impensati come ad esempio il collezionismo (ho ancora, e ne vado fiero, la coppia di Jellyfish tarsparenti, maschile e femminile!).
Trent’anni dopo Swatch prova di nuovo a rivoluzionare il mondo dell’orologeria grazie al suo “numero fortunato“, il 51, ieri punto di arrivo, oggi punto di partenza! Continua a leggere