Ai Costruttori di Sogni.

Amo gli orologi da cosi tanto che ne ho perso pure il ricordo. In questi anni ho visto passare tante cose: i quarzi, quelli di plastica, i digitali e persino i radio controllati. Tutti avevano però una cosa in comune: cercavano di rendersi accattivanti per i nostri polsi.

Gestendo un forum di orologi molto importante ho avuto l’opportunità di entrare un poco dietro le quinte di questo mondo ed ho scoperto un po’ di cose che un poco mi preoccupano: come i mercati emergenti asiatici che stanno diventando il target di molte case. Alcuni orologi nascono per piacere ai polsi di questi popoli lontani: di persone con culture e gusti diversi. Ed allora vorrei parlare un attimo alle case: ho infatti paura di sapere dove si stiano dirigendo. Io però non perdo la speranza e vorrei sfruttare questo spazio per una richiesta.

Signori so dove state andando: è facile da capire per chi vi segue da anni, con immutata passione. E la cosa mi fa male. Mi fa male perché, alla lunga, temo potrebbe nuocere anche a voi: voi che producete gli oggetti della mia passione.

Ed allora vi chiedo di raccontarmi una bugia, almeno per oggi. Vi prego quindi: mentitemi. Illudetemi, ve lo chiedo io. Colpitemi alla spalle, non sentirò dolore, non ora. Ditemi che continuerete a produrre orologi secondo i nostri gusti: gli stessi che vi hanno portato fino a dove siete oggi. Ditemi che non aumenterete la produzione, nonostante dei mercati oggi lo richiedano, nonostante i rischi che ciò comporterebbe. Pronunciate quelle parole, traditemi, uccidete la lealtà, fatelo per me.

Fatelo ora, sono pronto: ma rallentate questi cambiamenti, fate sì che questo momento duri il più a lungo possibile, lasciate che noi ci si senta importanti per l’eternità, per un lungo battere di secondi, poi, vi giuro, lo scorderò. Ma fatelo ora questo è il momento, vi ascolto…