Blog Signori degli Orologi

Le Prove di Giorgione: Richard Mille RM011

 

 

Quando il Cuore Batte a 1.011.


Sono entrato nel mondo degli orologi in punta di piedi e oggi, a qualche anno di distanza, mi ritrovo a scrivere articoli e a provare orologi dal valore di decine di migliaia di euro. Orologi che la maggioranza delle persone neppure immaginano che esistano. Solo noi appassionati possiamo concepire l’esistenza di orologi cosi costosi e preziosi. A questo punto ci sono arrivato solo grazie alla mia obiettività dovuta al fatto che tutto ciò che faccio per gli orologi è dettato dalla passione. Questa mia autonomia fa si che io in tutte le mie prove ed in tutti i miei articoli cerchi di essere imparziale. Non questa volta però. Devo quindi chiedere perdono a tutti perchè essendo un essere umano il mio cuore, i miei occhi e la mia mente hanno dei favoriti: i Richard Mille rientrano senza dubbio fra questi.
Me ne innamorai il giorno che furono presentati alcuni anni fa, quando usci il tourbillon RM001. Fu subito un amore contrastato, reso impossibile dal prezzo dell’oggetto. Eppure, malgrado questo, è una passione che dura da ormai 12 anni. Forse avrei dovuto rifiutare di provare uno dei miei sogni, sarebbe stato più corretto verso chi mi legge e si fida di me per la mia imparzialità. Ma non ce l’ho fatta a dire di no anzi, neppure ci ho tentato a dir la verità. Potrei dirvi che ho accettato per cortesia verso Beatrice (la direttrice Europea per la comunicazione) che mi ha concesso l’onore di effettuare la prova. Non è cosi però: sono io che ho voluto dire di si, palesando anche una forte emozione.
Ora basta preamboli e scuse. Devo parlare di Lui. Il Richard Mille RM011.

Partiamo subito da quello che è l’ostacolo che si frappone fra me ed il mio sogno: il prezzo. Questo orologio costa 92.000 euro. Tanto, tantissimo: più di un box in centro a Milano, più di un appartamento in molte zone d’Italia. E’ una pazzia? Forse. Si può accettare? Se si è molto ricchi e follemente innamorati. Si può spiegare? Molte persone durante la prova mi hanno chiesto perché costi cosi tanto, spiegarlo comporterebbe un lunghissimo ragionamento o solo pochi concetti. E’ un orologio molto complicato da realizzare, prodotto in pochi pezzi ed appartenente alla fascia del lusso estremo. In questa fascia i prezzi non vanno capiti, chi si può permettere di spendere certe cifre può evitare di domandarsi perché siano cosi cari. Come per le borse di Hermes, i telefoni Vertu, le auto Bugatti…Ma adesso passiamo alle emozioni. La prima cosa che ho notato durante la prova e’ che in Richard Mille hanno apportato qualche miglioria al titanio. Ho infatti indossato l’orologio per due settimane di seguito portandolo in viaggio negli Stati Uniti e, per evitare inconvenienti, non lo levavo mai, neppure in palestra. Ebbene, malgrado un uso davvero intenso, neppure un graffio. Cosa che mi ha colpito molto in quanto ricordavo che i Richard Mille in precedenza si rigavano con una certa facilità. Mi sono informato e mi è stato detto che ora viene utilizzato un titanio di grado 5 che è molto più resistente. Ritengo la resistenza ai graffi e agli urti una caratteristica fondamentale negli orologi e, quindi, un bel miglioramento da parte della casa madre.

L’orologio e’ grande e spesso e, prima della prova, temevo non mi sarebbe piaciuto sul mio polso che e’ piuttosto minuto. Invece, complice la forma arcuata della cassa, una volta indossato risulta proporzionato. Il bello del RM011 e’ che si passano le giornate ad osservarlo e, ogni volta, si scoprono e si apprezzano nuovi elementi: le scritte rosse sui tasti del crono che indicano le funzioni degli stessi, i vari giochi di spigoli e curvature, il vetro zaffiro convesso, il rotore regolabile, il numero del mese (vi e’ infatti indicazione del mese in cifre)…
Il quadrante e’ un mondo a parte. Difficile spiegare a parole le emozioni che sa regalare: essendo realizzato in zaffiro si possono ammirare i ruotismi, la platina, le viti… E’ incredibile vedere su quanti livelli sia realizzato. Su di esso troviamo le indicazioni di orario, grandata, il contatore del conto alla rovescia, il contatore dei secondi, il contatore dei minuti ed ore del crono e l’indicatore del mese.
Il fondello e’ a vista e, grazie ad un vetro in zaffiro, anche da questa prospettiva si scorge un bel rotore, il bilanciere e vari ruotismi. Il tutto in varie tonalità’ di grigio.
Questo orologio, come tutti i RM del resto, e’ creato per chi vuole un segnatempo sportivo diverso dagli altri e dotato di un certo carattere. Un orologio costoso che, però, non viene notato. In realtà sarebbe meglio dire che si fa notare in quanto, per le sue forme inusuali e per la dimensione, incuriosisce molte persone, eppure non “grida” il suo valore, anzi lo tiene gelosamente nascosto da occhi indiscreti. Solo i veri appassionati di orologi riusciranno infatti capire cosa avete al polso. E si complimenteranno, statene certi.
Se però ve lo potete permettere questa e’ l’ultima cosa a cui penserete. E’ un orologio che dona così tante emozioni a chi lo porta che l’ostentazione dell’oggetto passa immediatamente in secondo piano. Per conoscere un Richard Mille, per amarlo, basta indossarlo per qualche ora, non c’è bisogno d’altro. E’ un’emozione sempre diversa e nuova. Questo orologio è qualche cosa che non esisteva ed è stato inventato. Nuovo e riconoscibile per le sue forme particolari: una cassa imponente, eppure con linee cosi filanti ed omogenee; un meccanismo complicato che entra di prepotenza nelle linee del quadrante di zaffiro.
Devo quindi fare davvero i complimenti a RM per la bellezza del pezzo e per le migliorie che ha apportato ai materiali. E’ un orologio che mi ha fatto davvero emozionare e che ho davvero fatto molta fatica a rendere. Vi assicuro che se fosse stato possibile questo orologio me lo sarei tenuto ma, purtroppo, le regole del gioco sono chiare.
Cosi questa mattina è suonata la sveglia. La luce dei suoi indici e delle sfere hanno svegliato i miei pensieri e, al buio, ho ascoltato il ritmo del suo tic tac che mi pareva quasi inquieto: era forse triste pure lui? Da dietro i vetri ho visto nascere un nuovo giorno e per non avere la tentazione di “rapirlo” per tenerlo sempre con me ho chiesto a mia moglie di renderlo: io, credo, non ce l’avrei fatta.
L’ ho guardato un’ultima volta, in silenzio, ma doveva andare, ed è andato…

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