Nato il 23.08.1971 a Besana in Brianza (MI), Demetrio Albertini è cresciuto calcisticamente nel Milan, vestendo la maglia rossonera ad eccezione della stagione 90/91 durante la quale non ancora ventenne, venne dirottato in prestito al Padova. Rientrato al Milan nella stagione successiva, Albertini convinse tecnici e critici assumendo la guida del centrocampo rossonero e vincendo numerosi trofei: cinque scudetti, tre Coppe dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, tre Supercoppe Europee e 4 Supercoppe Italiane. Il suo bilancio in maglia rossonera è in totale di 295 presenze e 21 gol.
Ha giocato anche con l’Atletico Madrid, la Lazio, l’Atalanta, il Barcellona.
Con la Nazionale, nella quale ha militato dal 1991 al 2002, Albertini ha totalizzato 79 presenze e 3 reti.
Dopo il suo ritiro, attraverso l’Associazione Italiana Calciatori, intraprende la carriera dirigenziale. Nel giugno 2006, in seguito allo scandalo di Calciopoli ed alle successive dimissioni del Presidente in carica della FIGC, Franco Carraro, ed alla nomina di un commissario straordinario, Guido Rossi, è stato nominato vice commissario straordinario della FIGC. Dal 2007, con l’inizio della presidenza di Giancarlo Abete è diventato vice-presidente della Federcalcio. L’abbiamo intervistato.
D: Come e quando è nata la passione per gli orologi?
R.: “Non riesco a definirla del tutto una passione, è più un piacere di scegliere e indossare oggetti che soddisfino il mio gusto. Il mio rapporto con gli orologi nasce parallelamente alle mie affermazioni sportive: ad ogni vittoria con il Milan, infatti, ricevevamo un regalo dalla società per celebrare i nostri successi. Avendo vinto tanto, ho collezionato diversi orologi che in un certo senso hanno accompagnato la mia carriera. Poi ci sono anche quelli che ho acquistato…”.
D: Quando decide di comprare un orologio cosa ha più importanza: estetica, meccanica, marchio o altro?
R.: “Assolutamente l’estetica. In un secondo momento guardo la marca, perché comunque ritengo che alcune aziende garantiscano tradizione e qualità”.
D: Ci può raccontare qualche cosa di particolare che le è accaduto con un orologio?
R.: “Quando arrivai al Barcellona nel 2005 riuscii a convincere il Presidente Laporta a celebrare la vittoria nella Liga con un orologio, trasferendo così anche in Spagna quella tradizione che mi aveva accompagnato in Italia. E poi ho un rapporto particolare con l’orologio ricevuto dal Milan nel ’94, l’anno in cui vincemmo Scudetto e Champions League”.
R.: “Non ho mai acquistato orologi d’epoca, a volte mi è capitato di comprare un usato. Mi piace di più però acquistare un orologio nuovo”.
D: Ha una marca preferita? Se si perchè?
R.: “La Audemars Piguet sia per l’amicizia con alcune persone che lavorano nell’azienda, sia perché produce modelli che mi piacciono, compreso quello che mi sono regalato per i miei 40 anni lo scorso anno” (un Royal Oak Diver Offshore, ndr).
D: Ha dei suggerimenti da dare a chi si avvicina a questa passione?
R: “Credo che un bell’orologio sia un qualcosa di cui godere indossandolo”.
D: Ha un orologio “del cuore”?
R.: “Il mio primo Rolex acquistato nel ‘92”.
D: Oggi cosa indossa?
R.: “In questo momento ho un Cp5 Sport regalatomi dal mio amico Puyol, che ha lanciato questa linea di orologi sportivi”.