D: Come e quando è nata la passione per gli orologi?
R: Ho sempre amato l’orologio come oggetto. Ma non come manifestazione di potere. Il mio primo da piccolo è stato uno Swatch blu.
D: Quando decide di comprare un orologio cosa ha più importanza: estetica, meccanica, marchio o altro?
R: Estetica e meccanica fanno parte del mio personale interesse. Non sono un intenditore ma amo pensare al dettagliato lavoro dei mastri orologiai, uomini chiusi in casette svizzere che con cacciaviti e pinze creano vere e proprie meraviglie della gioielleria e della meccanica. Un lavoro minuzioso e affascinante
D: Ci può raccontare qualche cosa di particolare che le è accaduto con un orologio?
R: In Indonesia a maggio, in una splendida tournee sportiva con la mia Inter, cercavo un orologio speciale, ma tutti i posti che ho visitato erano fake markets, molto di moda da quelle parti, quindi ho dovuto rinunciare al desiderio di fare un regalo a mia moglie.
D: Acquista solo orologi nuovi o anche usati o d’epoca?
R: D’epoca mai. Ultimamente me ne hanno regalati alcuni interressanti. Lancio un appello: voi lettori consigliatemi quale è l’ultima novità degna di attenzione. Io andrò a vedere.
D: Ha una marca preferita? Se si perché?
R: Audemars Piguet. E in particolare il loro Royal Oak
D: Ha dei suggerimenti da dare a chi si avvicina a questa passione?
R: Siate voi stessi. Indossate orologi anche “minori” ma che vi facciano sentire a vostro agio, e ogni tanto, toglietelo.
D: Ha un orologio “del cuore”?
R: L’orologio della mia prima vittoria nel settore giovanile della Roma, lo scudetto del 2005/06. Se potessi riceverne altri in futuro vuol dire che avrò lavorato bene…..
D: Oggi cosa indossa?
R: Niente. Oggi tregua!