Come reagisce Omega a questa perdurante crisi economico-finanziaria che sta perturbando l’Europa? Pensa che possa seriamente influenzare il vostro business o grazie alla cospicua varietà di referenze e di prezzi sarete in grado di competere? La qualità paga?
La crisi finanziaria c’è, la situazione è indubbiamente difficile in questo periodo d’incertezza, ma le persone continuano a cercare la qualità, e un buon orologio può dare in tal senso parecchie soddisfazioni: credo che le persone abbiano sempre bisogno di sentirsi gratificate. Ti puoi comprare una bella auto, un vestito o una cravatta eleganti, ma un orologio ha indubbiamente un imperituro valore e trasmette tutta una serie di emozioni. Per questo sono confidente che un orologio di buona manifattura abbia ancora molto da dire. Anche in un mondo dove conoscere il tempo non riveste più l’importanza di una volta, potendo sapere l’ora comunque e dovunque; ma l’orologio è molto più del solo tempo.
Che cosa delle Sue precedenti esperienze in Audemars Piguet e Blancpain sta trasmettendo al Gruppo Omega?
Ho passato la vita intera nel business degli orologi, ma non dimentichiamoci che ho iniziato la mia carriera proprio con Omega nel 1968: posso dire di avere approcciato questo mondo proprio con Omega. Era in questo gruppo nel 1969 quando il primo uomo camminò sulla luna e ricordo bene di come ero attento a sentire dagli auricolari il rumore di questi passi!; ero un ragazzo molto giovane che lavorava al Marketing e mi era stato chiesto di tenere le orecchie ben vigili qualora venisse o meno fatto riferimento a Omega. E tutti furono felici perché non ci fu problema alcuno con l’orologio( (lo Speedmaster Moonwatch scelto dalla NASA per tutte le missioni spaziali).Poi lasciai Omega per 23 anni tornando nel Gruppo Swatch nel 1997, per lavorare un anno e mezzo presso Blancpain fino a che Mr. Hayek (il presidente e proprietario del Gruppo Swatch) mi chiese di tornare in Omega nel 1999: non avrei mai pensato di tornarci, ma poiché il mio cuore vi apparteneva sin dall’inizio, non avevo mai smesso ti seguire l’evoluzione del marchio. Rientrare in Omega fu fantastico, come fantastico è questo marchio, e mi sentii veramente fortunato di trovarmi al posto giusto nel momento giusto, mentre veniva creato qualcosa che avrebbe lasciato un’impronta solida nella storia del marchio: lo scappamento coassiale. Inserimmo questo movimento nel 1999 in una edizione limitata, consci che questo sarebbe stato il futuro di Omega. Dopo 45 anni conosco il business molto bene, pur sapendo che c’è ancora tanto da imparare!
Il Gruppo Swatch è seriamente impegnato a sperimentare nuovi materiali (per esempio il silicio). Omega sarà un follower o un pioniere in questo, pensando appunto allo scappamento coassiale?
Credo che il coassiale abbia una grande storia: all’inizio degli anni 90 George Daniels venne a incontrare Mr. Hayek, che non necessitava di tale scappamento, ma sentì che poteva essere qualcosa di incredibile per Omega in futuro; e infatti furono necessari 8 anni per renderlo adatto ad una produzione seriale. Riguardo ad altri materiali, in parallelo al movimento introducemmo la spirale in silicio, mentre esternamente, in aggiunta agli altri materiali, usiamo talora la ceramica e in occasione della Fiera di Basilea di quest’anno abbiamo introdotto Ceragold, un nuovo materiale ottenuto legando insieme oro e ceramica per garantire performances superiori ai nostri orologi. Senza dimenticare che 2 anni fa abbiamo lanciato il Liquis Metal, un incredibile materiale con grandi potenzialità, non solo estetiche bensì anche interne al movimento.Non puoi mai sapere cosa riserverà il futuro; tuttora penso che alcune cose rimarranno tali perché non puoi farle meglio; ma di sicuro ci sono e ci saranno nuovi materiali e noi stiamo lavorando e investendo parecchio in progetti di alta tecnologia, non solo per Omega, ma per tutto il Gruppo.