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Patek Philippe Cronografo monopulsante 1/10 di secondo

Patek Philippe Cronografo monopulsante 1/10 di secondo

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Patek Philippe ieri ha presentato il suo primissimo cronografo da polso che misura i decimi di secondo; l’orologio inoltre è alimentato da un nuovo movimento a carica manuale dotato di due meccanismi cronografici indipendenti e di due lancette centrali, una delle quali indica con estrema precisione e leggibilità i decimi di secondo. Questo calibro ad alta frequenza (5 Hz) hi-tech è racchiuso in un orologio dal design decisamente sportivo, con cassa in platino e quadrante blu punteggiato da qualche tocco di rosso. Patek Philippe vanta una lunga e ricca tradizione in tema di cronografi. Sin dal 1856, infatti, la manifattura si è distinta per l’eccellenza dei suoi cronografi da tasca, con o senza lancetta rattrapante, spesso abbinati a grandi complicazioni come il calendario perpetuo e la funzione di ripetizione minuti. Nel 1930-1931, la maison sviluppò anche un orologio da tasca con cronografo a 1/10 di secondo, oggi esposto al Patek Philippe Museum di Ginevra. Dal 2005, Patek Philippe ha sviluppato una gamma completa di movimenti cronografici, con o senza funzioni addizionali (rattrapante, ripetizione minuti, calendario perpetuo, Calendario Annuale, Ora Universale), integralmente progettati e prodotti nei propri laboratori e proposti oggi in una ventina di declinazioni maschili e femminili. Patek Philippe ha deciso di sviluppare il suo primo movimento cronografico che misura e indica i decimi di secondo basandosi su un movimento lanciato nel 2009, il calibro CH 29-535 PS. Il primo ostacolo era aumentare la frequenza del movimento. Con una frequenza di 4 Hz (28.800 alternanze l’ora, cioè 8 “passi” al secondo per il ruotismo e la lancetta), il calibro avrebbe misurato solo gli ottavi di secondo. Per questo motivo, il calibro possiede una frequenza di 5 Hz (36.000 alternanze l’ora, perciò 10 “passi” al secondo), così da poter misurare i decimi di secondo. Tuttavia, la semplice lancetta centrale del cronografo classico abbinata a una frequenza di 5 Hz non sarebbe stata sufficiente per visualizzare i decimi di secondo con la precisione di lettura voluta. Non vi è spazio sul quadrante di un orologio da polso per una scala microscopica che suddivide ogni secondo per dieci. I progettisti hanno, quindi, deciso di dotare il calibro di due meccanismi di cronografo indipendenti, uno per i secondi e il contatore 30 minuti istantaneo, l’altro esclusivamente dedicato alla misurazione e all’indicazione precisa dei decimi di secondo. Patek Philippe si è affidata al criterio della leggibilità: bisognava che il quadrante permettesse di leggere le indicazioni dei decimi di secondo, dei secondi e dei minuti cronografici nel modo più semplice, veloce e affidabile possibile. I progettisti hanno immaginato un sistema brevettato di indicazione dei secondi e delle frazioni di secondo concentrico. L’orologio è dotato di due lancette centrali cronografiche, ognuna delle quali è pilotata da uno dei meccanismi indipendenti. Una lancetta (che effettua un giro in un minuto) permette di leggere i secondi in modo tradizionale, mentre l’altra lancetta (laccata rossa) effettua un giro del quadrante in 12 secondi, ossia cinque volte più velocemente rispetto a una lancetta dei secondi centrale tradizionale, percorrendo 12 settori suddivisi in decimi. In questo modo il fortunato possessore di questo cronografo può leggere con una sola occhiata il numero di secondi trascorsi sulla minuteria perlata, il numero di decimi di secondo trascorsi (dall’ultima suddivisione in rosso) sulla scala a “chemin de fer” esterna oltre, se necessario, al numero dei minuti trascorsi all’interno del contatore 30 minuti istantaneo posizionato a ore 3. Patek Philippe, come di consueto, ha voluto che il nuovo calibro rispondesse ai massimi standard. L’orologio non solo doveva misurare e indicare i decimi di secondo con estrema precisione, ma anche mantenere questa precisione durante i 30 minuti di attivazione del cronografo. Era anche necessario dare al calibro le dimensioni più compatte possibili, mantenendo il diametro del calibro di base (29,6 mm), per uno spessore leggermente maggiore (6,96 mm invece di 5,35 mm), nonostante la presenza dei due meccanismi cronografici e il totale di 396 componenti. Il nuovo movimento, una prodezza di miniaturizzazione, presenta uno spessore inferiore a quello del calibro CHR 29-535 PS con lancetta rattrapante (7,1 mm). Nel nuovo calibro, la frequenza di 5 Hz e l’integrazione di un secondo meccanismo cronografico con lancetta che ruota ad alta velocità richiedono un fabbisogno energetico notevolmente superiore. Per gestire e limitare questo consumo, gli ingegneri sono intervenuti a tutti i livelli possibili del movimento. Anche la ricerca della precisione è stata un tema chiave che ha dominato l’intero progetto, a cominciare dall’unico bariletto che deve fornire l’energia all’insieme del movimento. Patek Philippe ha rielaborato questo organo e ne ha migliorato il rendimento in modo che l’amplitudine del gruppo bilanciere-spirale vari il meno possibile e garantisca una stabilità di marcia ottimale. Per aumentare l’energia disponibile e la riserva di carica (di circa 48 ore), gli ingegneri hanno ridotto il diametro dell’albero del bariletto e aumentato il numero di giri della molla motrice. Un sistema di tacca brevettato, che riduce le sollecitazioni sul gancio della molla in fase di carica, elimina qualsiasi rischio di rottura derivante da queste forze superiori. Per soddisfare il triplice obiettivo di rendimento, affidabilità e precisione, Patek Philippe ha scelto, inoltre, di ricorrere all’insieme Oscillomax sviluppato dall’ufficio tecnico “Patek Philippe Advanced Research”. Questo organo regolatore di alta tecnologia, presentato nel 2011 e abbinato in quell’anno a 17 brevetti, raggruppa tre componenti innovativi che sfruttano tutti i benefici della tecnologia del Silinvar, un derivato del silicio che si distingue per le sue qualità fisiche e meccaniche impareggiabili (leggerezza, durezza, amagnetismo, ecc.). L’insieme comprende la spirale Spiromax con curva finale e rigonfiamento interno brevettati (brevetto del 2017), lo scappamento Pulsomax con geometrie dell’ancora e della ruota di scappamento rivisitate e il bilanciere Gyromax  in Silinvar  con inserti in oro.  E’ la prima volta che Patek Philippe introduce l’Oscillomax  nella collezione corrente, dal lancio in serie limitata del calendario perpetuo “Patek Philippe Advanced Research Ref. 5550P” nel 2011, permettendo di conservare tutta la precisione che richiede il Sigillo Patek Philippe, con uno scarto di marcia massimo di –3/+2 secondi al giorno, nonostante il fabbisogno energetico notevolmente aumentato. Una delle altre grandi sfide legate allo sviluppo del calibro riguardava la qualità dell’indicazione, in particolare per i decimi di secondo. Le due indicazioni del cronografo dovevano rimanere perfettamente sincronizzate. Nonostante la sua grande velocità, la lancetta dei decimi di secondo doveva mantenere un movimento fluido, senza contraccolpi né oscillazioni.  Il meccanismo di visualizzazione dei decimi di secondo prende la propria energia dalla ruota dei secondi del movimento di base tramite una ruota conduttrice. Patek Philippe ha dato a questo organo un’architettura innovativa a due strati, con una ruota superiore dotata di bracci flessibili e una ruota inferiore con bracci rigidi. Grazie a questo principio di recupero di gioco brevettato, al tempo stesso compatto e che richiede poco dispendio di energia, i denti della ruota conduttrice esercitano una forza elastica sui denti della ruota d’innesto, eliminando così il rischio di oscillazione della lancetta. Quando il cronografo è innescato, la ruota conduttrice dei decimi di secondo (che effettua un giro in un minuto) va a ingranare con il pignone del decimo di secondo, che deve effettuare una rotazione completa in 12 secondi (ossia cinque volte più velocemente). Per permettere questa “accelerazione”, Patek Philippe ha dotato il pignone di una microdentatura di 136 denti di 30 μm di altezza per un diametro di 1,469 mm. La forza di precompressione esercitata dalla ruota di innesto sul pignone elimina il gioco dei denti. Tutte queste misure permettono di ottenere la massima precisione dell’indicazione. Un altro requisito tecnico indispensabile è la protezione contro gli urti. Il nuovo calibro CH 29-535 PS 1/10 doveva poter resistere alle sollecitazioni e ai rischi cui è sottoposto l’orologio quando è indossato tutti i giorni. A tale scopo, Patek Philippe ha sviluppato due meccanismi brevettati. Il primo consiste in un gancio antiurto che mantiene la bascula di innesto in posizione per tutta la durata del cronometraggio. Il secondo sfrutta i “balourd” (centri di gravità, da non confondere con i centri di rotazione) dei componenti del meccanismo del cronografo 1/10. In caso di urto, tutte le accelerazioni subite da questi componenti, invece di sommarsi, si compensano, con l’effetto di mantenere tutte le parti nella posizione desiderata e di evitare un impatto sul corretto funzionamento dell’orologio. Ultima particolarità degna di nota: il cronografo è dotato di un unico pulsante a ore 2 che governa successivamente i comandi di avvio, arresto e azzeramento.  Il fondo cassa in cristallo di zaffiro (intercambiabile con il fondo cassa pieno in platino) permette di ammirare lo splendido calibro. Per ospitare questo nuovo movimento dedicato alla performance e alla misurazione dei tempi brevi, Patek Philippe ha scelto il platino. Come tutti gli modelli Patek Philippe in platino, questo cronografo presenta un diamante taglio brillante incastonato tra le anse a ore 6. L’elegante quadrante di colore blu crea un contrasto ideale per la leggibilità delle varie indicazioni. I secondi cronografici sono visualizzati mediante una lancetta centrale in acciaio sabbiato e rodiato che punta in corrispondenza della minuteria perlata. L’indicazione dei decimi di secondo avviene mediante la lancetta dei secondi centrale in Silinvar laccata in rosso, un materiale hi-tech scelto per la sua leggerezza, a vantaggio del rendimento energetico, e per la sua rigidità, indispensabile per assorbire gli urti quando il cronografo si arresta. Il colore rosso della lancetta è presente anche sulle suddivisioni della scala a “chemin de fer” che permette di leggere i decimi di secondo. Quando il cronografo non è innescato, la lancetta dei secondi centrale rossa si sovrappone a quella grigia, tanto che le due lancette sembrano una. Una pressione del pulsante a ore 2, e le due lancette centrali iniziano il loro affascinante balletto ruotando a due velocità. Il contatore 30 minuti istantaneo a ore 3 e i piccoli secondi a ore 9 sono anch’essi dotati di scale a “chemin de fer” che facilitano la lettura delle rispettive indicazioni. L’orologio è completato da un cinturino in pelle di vitello con motivo tessile goffrato blu marine e impunture rosse che riprendono i colori del quadrante.

Janvier68

 

 

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