Come va l’Orologeria in Italia?

Mario Peserico Presidente Assorologi

Mario Peserico Presidente Assorologi

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Ogni giorno leggiamo sui giornali di crisi, problemi, tasse, paure. Gli orologi fanno parte del mercato del lusso e, quindi, un mercato che sta soffrendo in Italia. GLi orologi sono però anche una forte passione. Come è andato quindi il 2013?

Sono 6,5 milioni gli orologi da polso acquistati dagli italiani nel 2013 per un valore di 1,15 miliardi di euro: lo ha rilevato la nona edizione della indagine annuale sugli acquisti di orologi da polso in Italia effettuata da GfK Retail & Technology per conto di ASSOROLOGI. Prosegue il trend negativo in termini di numero di pezzi venduti (-5,6% sul 2012) mentre si registra una leggera crescita a valore (+0,5%). In significativa ripresa anche il prezzo medio che passa da 163 a 174 euro. Buona la performance degli orologi da uomo che pur confermando il 40,2% a quantità guadagnano in misura netta a valore (dal 52,3% al 64,4%), mentre cala in misura corrispondente l’orologio da donna (47% a quantità e 32% della spesa a valore). Sale la percentuale di orologi con movimento al quarzo (84%), con cassa in acciaio (74,3%). Mentre appaiono in flessione gli orologi con cassa in materiale plastico, gomma, silicone, che si fermano al 20,3% dei pezzi. Scende anche la quantità di “solo tempo” (72,8%) a beneficio dei prodotti cronografo/multifunzione (25,3% ma addirittura 41% a valore). Il cinturino in metallo è sempre il preferito (45% a quantità) ma crolla a valore (36%); cala quello in plastica/resina/ silicone (30% a quantità 24% a valore) ed è invece positivo il trend del cinturino in pelle (20% in quantità, 31,4% a valore). I canali di vendita preferiti restano, naturalmente, le Gioiellerie ed orologerie (tradizionali o ubicate all’interno di un centro commerciale) che confermano il 60% a quantità e salgono nettamente (dal 65% al 74%) a valore). In crescita i negozi mono-marca (10% a quantità, 6,8% a valore) mentre scende il peso della grande distribuzione (3% a quantità, 1,7% a valore). Il canale Internet (aste e commercio elettronico) continua a salire a volume (10%) ma scende vistosamente a valore (5,4%). Per la prima volta rilevate le vendite tra privati che rappresentano l’1,5% a quantità e lo 0,9% a valore. Il mercato è equamente ripartito (50%) tra acquisti finalizzati al regalo ad un’altra persona e acquisti fatti per se stessi. La decisione di acquisto continua ad essere strettamente connessa al design (45,5%) mentre perde di importanza la variabile prezzo (che passa dal 37,8% del 2012 al 30%). Cresce in misura molto significativa la Brand awareness (fiducia e conoscenza della marca) che passa dal 31,2% rilevato lo scorso anno al 37%. «Mi sembra che a fronte di una crisi senza precedenti, il comparto dell’orologeria in Italia abbia saputo reagire bene, confermandosi uno dei mercati più importanti del mondo – afferma il Presidente ASSOROLOGI Mario Peserico. I dati in nostro possesso dimostrano che il mercato italiano sta assorbendo una minore quantità di orologi, ma anche che il valore degli orologi venduti è più alto. Se il “Sistema Paese” riuscirà finalmente ad adottare misure in grado di incentivare i consumi e alleggerire la pressione fiscale, potremo affrontare il futuro con prospettive incoraggianti».

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