Blog Signori degli Orologi

Il secondo polso in Italia

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Patek Philippe Calendario Annuale Ref.5035

 

“Tempi difficili” è uno splendido romanzo di Charles Dickens pubblicato nel 1854. Non altrettanto splendido, per usare un eufemismo, è il periodo difficile che sta vivendo il nostro Paese da qualche anno a questa parte. E pure il settore dell’orologeria risente in parte di questa contrazione. Dico in parte perché questo settore ha tenuto, sia grazie a un’offerta articolata (di marchi e soprattutto di prezzi), sia puntando sempre di più sul cosiddetto “secondo polso”.Gli orologi “usati”, infatti, si stanno affermando come valore aggiunto di molti negozi di orologi che, tra l’altro, possono offrire al potenziale cliente maggiori garanzie su provenienza e corretto funzionamento. Il “secondo polso” poi, a volte può essere anche usato come leva per finalizzare un nuovo acquisto più importante; altre volte, invece, è semplicemente utilizzato per permettere anche a portafogli meno “gonfi” di indossare un orologio altrimenti non acquistabile.

E mia opinione è che non sia un fenomeno del momento, anzi, che sia destinato a crescere. Certo, crisi e incertezze hanno agevolato lo sviluppo di questo mercato, ma ormai ci sono sempre più persone che preferiscono acquistare il “secondo polso” anche per ragioni estetiche (le manifatture sono andate ultimamente su quadranti molto grandi e ciò non ha sempre trovato l’approvazione del cliente europeo che preferisce rivolgersi a offerte di secondo polso) o per l’allure che sempre di più caratterizza il vintage: nelle ultime settimane più di un amico e/o conoscente, sapendo della  mia passione per i segnatempo, mi ha chiesto consigli sull’uno o sull’altro pezzo, tutti rigorosamente usati e prodotti qualche decina d’anni fa. Per questo ritengo che il secondo polso si stia sviluppando come una nuova opportunità di business. Ovviamente alcune manifatture sono più avvantaggiate di altre per la tenuta di prezzo dei loro pezzi. Ma se ragioniamo in una mera logica di collezionismo, perciò non solo come oggetto di scambio per un altro orologio, il secondo polso può aiutare a trovare pezzi ormai fuori produzione da anni o che non avendo riscontrato il gusto degli italiani sono stati ritirati dai distributori per veicolarli verso altri mercati. La crescente digitalizzazione che sta vivendo anche il nostro Paese, sta ovviamente aiutando siti specializzati sul secondo polso, ma sono convinto che anche i concessionari più attenti sapranno trarne vantaggio proponendo una “vetrina virtuale” sui loro siti per poi magari finalizzare l’acquisto sul punto vendita. A tal proposito mi permetto di dare qualche consiglio ai lettori potenziali acquirenti. Verificate la presenza di scatola e garanzia (ovviamente per prodotti d’epoca molto datati non è possibile in quanto il certificato non esisteva). Controllate con attenzione che non sia danneggiato, e se graffiato sulla cassa che sia possibile la lucidatura. Chiedete di verificare il funzionamento del movimento facendo sottoporre l’orologio al cronocomparatore, il quale non solo indica eventuali mal funzionamenti, ma, attraverso un grafico, permette al tecnico di decidere se intervenire o meno. Insomma, in una parola, evitate d’incorrere nel cosiddetto incauto acquisto!

E io, vi chiederete, se acquisto, cosa acquisto? Solo orologi nuovi o anche di secondo polso? Vi lascio con la curiosità per qualche giorno. Intanto nella fotogallery sopra, vi mostro qualche pezzo di secondo polso che nelle ultime settimane mi è capitato di vedere .

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