Brera Orologi: è l’ora di cambiare!

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Maurizio Pasi

 

Due fratelli italiani, Maurizio e Andrea Pasi, stanno segnando una nuova tappa dell’orologeria con il nuovo brand Brera. Una collezione di orologi dallo stile italiano che ha già conquistato l’America, il Sud America e il Giappone, e che ora finalmente arriva in Italia.

Maurizio e Andrea sono due persone solari, simpatiche ed intelligenti. La loro storia è fatta in due luoghi e due continenti diversi. Maurizio a Miami da 15 anni e Andrea da sempre in Italia. La competenza e la passione degli orologi hanno fatto scoccare la scintilla dell’idea Brera. Aggiungo questo aneddoto relativo al kick off di Brera Orologi: per un altro brand di cui si occupavano della logistica erano in contatto con il buyer di Neiman Marcus, il quale disse loro che per il Natale 2008 voleva mettere in vendita nel reparto uomo un orologio maschile di taglio militare e mostrò loro un orologio svedese. Il modello somigliava molto al primo bozzetto che loro avevano nel cassetto, così decisero di mostrarglielo. Il buyer approvò il loro bozzetto e da quel momento fu una corsa contro il tempo, nell’arco di due settimane (era il luglio 2008) gli fecero avere le immagini del face da inserire nel catalogo di Natale, quindi un primo orologio e poi via alla produzione. Fu una piccola favola perché quell’anno, nel periodo di Natale, fu l’oggetto più venduto del reparto accessori uomo di Neiman Marcus.

Li ho intervistati per il TGCOM24.

 

Com’è nato il brand?

Andrea ed io siamo da sempre appassionati di orologi e per anni abbiamo lavorato con i gioiellieri occupandoci del trasporto valori. La nostra passione per gli orologi e gli accessori in particolare è sempre rimasta nel cuore, mentre ci occupavamo di altro. In particolare, io, Maurizio, mi sono trasferito negli Stati Uniti, dove, per alcuni anni, mi sono occupato della distribuzione sul mercato americano di tre famosi brand di orologi italiani. Una volta acquisito il know how necessario abbiamo capito che era giunto il momento di dare sfogo alla nostra passione e lanciare il nostro brand. Il primo studio era una collezione di 17 modelli che portava il nostro nome: “Orologi Pasi”. Ogni modello era diverso dall’altro e c’era una forte ricerca sull’originalità, perché volevamo qualcosa che non si fosse mai visto sul mercato. Per alcuni tempi la collezione è rimasta chiusa nel cassetto, poi, a fine 2008 si è presentata la possibilità di presentarla a un grande department store americano: Neiman Marcus. Era un test e fortunatamente è stato un boom.

 

Un risultato inaspettato?

Sapevamo di avere un buon prodotto, ma non ci saremmo mai aspettati un tale successo di vendite. Dopo 5 mesi eravamo il loro accessorio uomo più venduto e ancora oggi da loro siamo il 70% degli orologi più venduti nella fascia di prezzo tra i 500 e gli 800 $.

 

Da “Orologi Pasi” a “Brera”, come avete scelto il nome definitivo?

Anche se abbiamo iniziato a commercializzare in America, abbiamo voluto un nome italiano e “Brera” ci è piaciuto perché evoca immediatamente l’arte, si associa a Milano, alla moda e poi è un nome breve, facile da ricordare e da pronunciare anche in tante lingue diverse. A livello di marketing, per il settore orologi, all’estero i nomi brevi e italiani funzionano sempre molto bene. Last but not least, è anche un discorso sentimentale: di fatto questi orologi sono nati nei nostri uffici in Brera.

 

Qual è l’ispirazione stilistica alla base degli orologi Brera?

Innanzitutto parliamo di orologi per uomo e donna frutto del lavoro di designer italiani. Sono tutti modelli oversize di ispirazione militare, con casse molto grandi in acciaio spazzolato. Evolvendosi la collezione ha acquisito anche un carattere molto sportivo, ma sempre sovradimensionato. Inoltre, a parte il “supersportivo” e lo “scuba” tutti i modelli hanno il cinturino intercambiabile, così è facile cambiare spesso il look del proprio orologio. Abbiamo clienti che comprano tutti i cinturini a disposizione così basta scambiare le casse per avere ogni volta un orologio diverso. A livello di tecnologia, alla base di ogni modello, vi è un meccanismo Citizen Miyota che garantisce ottime prestazioni, ma con un costo accessibile. Tutta la componentistica viene realizzata su nostro disegno e in base alle nostre necessità, in modo che ogni dettaglio sia estremamente curato. Vogliamo che l’acquirente percepisca tutta la nostra passione e il nostro impegno e, soprattutto, non vogliamo trasformarci in qualcosa di già visto.

Anche per questo tutte le nostre collezioni, pur essendo moderne, non sono mai ispirate alle tendenze del momento, vanno al di là del tempo e delle mode e sono adatte ad ogni occasione.

 

Qual è l’unicità dei vostri orologi?

Si tratta di un prodotto con un ottimo rapporto qualità-prezzo, ma il percepito è molto alto, praticamente quadruplicato. È un orologio innovativo, bello da esibire che entra nella logica del lusso accessibile, caratteristica non trascurabile in un periodo come questo.

 

Secondo voi, oggi, un orologio cosa rappresenta davvero?

Ormai ci sono tanti strumenti sempre a disposizione per conoscere l’ora, oggi l’orologio è diventato un accessorio fashion, un modo per esprimere uno status sociale, appartenenza, un mix di tutte queste cose.

 

Partire dai department store vi ha aiutato a farvi conoscere e ad aumentare la distribuzione?

Assolutamente sì, questo tipo di distribuzione innovativa è stata la nostra carta vincente. Essere da Neiman Marcus e Barneys significa aver già superato una selezione rigidissima e questo ci ha dato da subito credibilità portandoci contatti globali straordinari, tanto che in realtà non abbiamo dei venditori. Oggi siamo anche in Canada, Guatemala, Costa Rica, El Salvador, Messico, Caraibi, Asia e Giappone. Qui, in un solo anno, abbiamo fatto un passo importante nel mercato ed è stato un altro successo inaspettato. I giapponesi hanno una corporatura molto piccola e i nostri orologi sono sovradimensionati, temevano che non li avrebbero mai indossati ed eravamo pronti a produrre una collezione ad hoc solo per loro, invece stiamo andando benissimo.

Pensa che abbiamo lanciato un nuovo modello con quadrante camouflage e in attesa dell’arrivo dell’orologio, un rivenditore ha esposto in vetrina un semplice cartello… ne ha venduti più di 70 in prevendita! È una grande soddisfazione, perché non sempre un brand funziona in tutti gli stati.

 

Il vostro punto di vista ottimista sulla crisi.

Direi che l’abbiamo dimostrato con i fatti. Entusiasmo, azzardo e motivazione! D’altronde ci siamo lanciati sul mercato in un periodo economico disastrato. Dopo aver conquistato l’America ora stiamo arrivando anche in Italia e in Europa in genere, dove la crisi si sente ancora moltissimo e il mercato degli orologi è molto più difficile. Il nostro sogno nel cassetto è penetrare nei mercati principali e un domani produrre anche un’intera collezione di accessori: occhiali, pelletteria, gioielleria da uomo in materiali alternativi. Se non è ottimismo questo!

 

Come vi state affacciando sul mercato italiano?

Mentre in America il mercato è più diretto, in Italia serve un approccio individuale ai singoli punti vendita, per questo ci siamo affidati alla società MV Jewels di Marco Valente che ci permette di avere buona copertura distributiva pur mantenendo un rapporto diretto con i gioiellieri. Inoltre, basandoci sulla nostra esperienza in USA, abbiamo deciso di essere presenti anche all’Excelsior, il grande department store milanese e in boutique fashion di fascia medio alta.

 

In Italia arriveranno gli stessi modelli che vendete in America?

Per ora iniziamo solo con la collezione maschile e poi piano piano porteremo anche i modelli femminili. Entro l’estate sarà attiva la vendita online anche per il mercato italiano e lì saranno disponibili tutti gli orologi.

 

A livello di collezione quali sono i vostri progetti per il futuro?

Ci piacerebbe realizzare un automatico, ma più per prestigio personale che per attaccare una vera fetta di mercato. Sicuramente porteremo avanti collaborazioni con designer famosi o emergenti. In America abbiamo già intrapreso questa strada con Carlos Campos ed abbiamo avuto un successo straordinario. Ora invece stiamo studiando una collezione con Stephen Gamson che ha uno stile colorato e diretto che si sposa molto bene con la nostra filosofia.

 

Oltre a voi due c’è un’altra persona importante all’interno della società?

Sì, è mia moglie Tina (di Maurizio, ndr). Lei ha avuto un’esperienza come buyer di Prada per gli accessori negli Stati Uniti e questo le ha insegnato molto, poi ha lavorato anche per Pasquale Bruni. Quando lei è entrata nella società, il fatturato è passato da 12 a 40 milioni grazie al suo know how. E soprattutto sa essere sia analitica che fashion. È sempre un passo avanti. Le dobbiamo davvero tanto.

 

Fino ad ora qual è stata la soddisfazione più grande?

Vedere clienti che hanno collezioni di orologi importanti, ma che sono entusiasti del nostro prodotto e tornano ad acquistarli per avere tutti i modelli.

 

So che avete anche molti fan davvero famosi,quasi leggendari direi!

Grazie al suo personal shopper, Elton John lo ha acquistato a Las Vegas, poi ci sono Ryan Seacrest e Lamar Odom il famoso giocatore dei Los AngelesLakers. Lamar ha indossato un Brera persino durante il suo matrimonio con Khloe Kardashian. Oprah Winfrey l’ha indossato per l’ultimo episodio in Australia del suo show. Grazie al suo security manager abbiamo fatto avere un orologio Brera anche a Lady Gaga. E poi Britney Spears, Marty Ramone, Peter Gabriel, le attrici Kate Walsh e Leven Rambin. In Italia abbiamo intercettato Eric Singer, il batterista dei Kiss proprio mentre ne stava acquistando uno e così glielo abbiamo fatto avere personalizzato. Senza dimenticare il quarterback dei San Francisco 49ers che lo ha regalato a tutta la defensive line della squadra. E ancora David Croid e i campioni mondiali di motociclismo Carlos Checa e Casey Stoner.

 

Oltre al business vorrei farvi anche qualche domanda curiosa. Per voi è sempre l’ora di?

Cambiare, cambiare, cambiare… orologio (ovviamente scherziamo!).

 

Consigliate ai nostri lettori quale modello Brera indossare nelle seguenti occasioni…

Party: Supersportivo nero.

Business: Classico.

Cerimonia: Eterno SoloTempo.

 

L’ultima domanda. Siete puntuali?

Mai, ritardatari cronici!