Girard-Perregaux e JEANRICHARD: Intervista al CEO Michele Sofisti

Michele Sofisti

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Iniziamo chiedendole qualcosa su di lei e sul suo background…

Il mio percorso di studi e poi professionale è abbastanza inusuale e forse possibile negli anni in cui l’ho fatto e più difficile oggi. Dopo studi classici mi sono laureato in Geologia ed ho iniziato a lavorare soprattutto nella costruzione di gallerie. Mentre lavoravo in Germania come geologo ho ricevuto la proposta di andare a lavorare per la Ferrari a Maranello. Per quanto amassi la geologia e non fossi particolarmente appassionato di auto, la Ferrari è stato un richiamo forte. Ho passato li otto anni in particolare come AD della filiale tedesca. Durante gli anni in Germania sono entrato in contatto con l’orologeria visitando con collezionisti d’auto alcune Manifatture. Tra queste Blancpain dove ho conosciuto JC Biver. Un paio d’anni dopo Jean-Claude mi ha offerto la possibilità di lavorare con lui in Omega. Nuovo cambio di rotta e nel 1995 arrivo in Svizzera in Omega. Ne divento Presidente e membro del Board allargato dello Swatch Group. Lascio Omega per un brevissimo passaggio in LVMH dove mi occupo di Omas ,Orologi Dior e gioielli Fred. Ritorno però dopo meno di un anno dal Signor Hayek che mi nomina Presidente di Swatch e responsabile per tutti i Marchi del Gruppo in Cina. Resto per cinque anni e finalmente nel 2005 creo la mia piccola attività di consulenza, Sofos Management.

Dopo vari progetti in settori diversi, nel 2009 vengo chiamato come CEO di Gucci watches e Jewellery e, nel 2011 divento anche CEO di Sowind Group cioè dei marchi Girard Perregaux e JEANRICHARD. Entrambe le Società appartengono al Gruppo Kering. Continua a leggere

Galileus: intervista a Paolo Gobbi

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A Basilea abbiamo intervistato Paolo Gobbi, direttore editoriale della notissima rivista Galileus.

 

D: Ci dica qualcosa del suo background…

Ho scritto il mio primo articolo all’età di ventidue anni, per inciso era su di un Panerai quando questo marchio era veramente sconosciuto a tutti.. Da allora non mi sono mai fermato.

 

D: Come e quando è nata la passione per gli orologi?

La mia grande passione era scrivere e non è cambiata. Quello con l’orologeria è stato un incontro fortunato, trasformatosi in un lavoro straordinario fatto da ventisette anni vissuti con passione e dedizione.

 

D: Ci può raccontare qualcosa in merito a Galileus? Aneddoti, quando è nato, perché…

Galileus nasce dalla volontà di parlare di orologeria in maniera coinvolgente e immediata, senza velleità di insegnare nulla a nessuno. E’ un giornale fatto di passioni e di emozioni: non a caso una delle rubriche che ci regala le maggiori soddisfazioni si chiama proprio Emozioni. Continua a leggere

OM Magazine: intervista a Fabiana Romano

COPERTINA NEW OM

In occasione dell’apertura di Baselworld 2014 e della contemporanea uscita del nuovo numero di OM Magazine, importante e raffinato trimestrale sul mondo dell’orologeria con articoli in italiano, inglese e francese, ho avuto il piacere di intervistare il Direttore Editoriale, Fabiana Romano.

 

D: Ci dica qualcosa del suo background…

Ho una laurea in Economia Commercio e una 
specializzazione in “Comunicazione Integrata” ed in “Media Training & Public Speaking” presso la Luther Pendragon di Londra. 
Dal 1994 al 2000 ho lavorato tra New York, Los Angeles e Parigi nel settore della moda e come executive producer per produzioni televisive in campo sportivo. 
Nel 2000 sono rientrata in Italia e, dopo aver gestito la start-up dell’area Relazioni Esterne di un gruppo multinazionale leader nel settore finanziario, ho ricoperto l’incarico di Responsabile dell’Internazionalizzazione per un importante ente pubblico. Nel 2004 ho fondato Combust, una boutique agency per il marketing e la comunicazione. Dal 2006 sono docente universitaria e in master post lauream per conto di importanti istituti di formazione. Ad ottobre 2010 è iniziata la mia avventura con Milla Editore e, quindi, con OM Magazine… Continua a leggere

Gagà: intervista a Ruben Tomella

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Un antico orologio da tasca al quale viene applicato un cinturino per indossarlo al polso: questa la semplice ma geniale ricetta che da origine al marchio GaGà Milano. E’ infatti il 2004 quando nasce quello che diverrà il fenomeno degli ultimi 10 anni. A partire già dal nome, “gagà” nota espressione milanese, più che mai attuale, che definisce un uomo raffinato ma stravagante e attento ai dettami della moda. Da quest’idea nasce la prima collezione Manuale 48, alla quale seguiranno Manuale 40, Slim 46, Chrono 48, Diving 48, Thin 46, Tourbillon, Napoleone e Napoleone Lady tutte fortemente caratterizzate da una identità precisa come la corona di carica posizionata alle ore 12, marchio di fabbrica per eccellenza.

Abbiamo intervistato l’a.d. Ruben Tomella, vero deus ex machina di questa recente ma già incredibile azienda orologiera.

 

Iniziamo chiedendole qualcosa su di lei e sul suo background…

Cerco di sintetizzare il più possibile….. Credo di impersonare al meglio il significato di GaGà…. Gentile, disponibile, amante delle cose belle attento ai dettagli e sempre alla ricerca del particolare che fa la differenza. Dedito al lavoro come la mia famiglia mi ha insegnato. Dopo un periodo di disegnatore tecnico mio padre apre un azienda familiare di produzione cinturini in pelle per orologi; entro in questo mondo da giovane, appassionandomi da subito agli orologi…dopo 15 anni come artigiano di cinturini apro una piccola bottega nel 2000 di orologi e mi appassiono sempre più al collezionismo degli orologi da tasca per il loro fascino, interesse iniziato 20 anni prima da mio padre. Nel 2004 fondo GaGà Milano e dopo 2 anni di ricerca decido di trasformare un orologio da tasca aggiungendo 4 anse e costruendo un cinturino su misura, da qui parte quello che oggi è il DNA di GaGà…. Il resto degli anni è dedicato all’azienda GaGà ponendomi come obiettivi le risposte che trovate sotto. Continua a leggere

Intervista a Yann Gamard, Managing Director Glashütte Original

 

Come promessovi qualche giorno fa, di seguito l’intervista che ho avuto modo di fare a una persona che ammiro personalmente e professionalmente, il Managing Director di Glashütte Original, Yann Gamard. Intervista che proseguirà con qualche domanda su Glashütte Original e la loro partnership con la Berlinale sul prossimo numero di OMMagazine che uscirà in edicola proprio in occasione dell’apertura di BaselWorld 2014.

 

Quali sono le cose più significative che ha fatto nel recente passato la sua azienda?

Nell’ultimo anno sono stati fatti significativi progressi alla Glashütte Original. Appena un anno fa, all’ultima Berlinale, abbiamo lanciato con successo in Germania la nostra nuova collezione di orology da donna “Pavonina”, seguita da iniziative simili in Europa, Stati Uniti e Cina. E parlando di Cina, abbiamo iniziato un importante roadshow nel Paese alla fine del 2013 con soste nelle 7 maggiori città. Durante questi 4 mesi non abbiamo soltanto presentato la nostra collezione e gli ultimi modelli, abbiamo allestito anche un’exhibition interattiva in ciascuna località che ha permesso ai visitatori di vivere in prima persona la nostra esperienza e competenza. Un altro passo significativo che stiamo portando Avanti proprio adesso è l’aumento della capacità produttiva e la modernizzazione della nostra manifattura a Glashütte. Con l’obiettivo di soddisfare la crescent domanda dei nostril orologi.

 

Ci può descrivere brevemente l’attuale collezione?

La nostra collezione attuale si basa su 4 pilastri, ognuno riflettente un aspetto, una faccia di Glashütte Original: il pilastro “Quintessenza”, che rappresenta il DNA della orologeria Glashütte, con orology classici che incarnano il nostro patrimonio orologiero; “Arte e Tecnica” è il secondo caposaldo e consiste di capolavori che combinano design, straordinarie realizzazioni tecniche e ingegneria innovative. Il terzo pilastro “Vintage del XX Secolo” s’ispira agli iconici orology che producemmo negli anni 60 e 70 e che trasmettono le sensazioni e il design di quell’epoca. Continua a leggere

Brera Orologi: è l’ora di cambiare!

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Eterno Chrono

 

Due fratelli italiani, Maurizio e Andrea Pasi, stanno segnando una nuova tappa dell’orologeria con il nuovo brand Brera. Una collezione di orologi dallo stile italiano che ha già conquistato l’America, il Sud America e il Giappone, e che ora finalmente arriva in Italia.

Maurizio e Andrea sono due persone solari, simpatiche ed intelligenti. La loro storia è fatta in due luoghi e due continenti diversi. Maurizio a Miami da 15 anni e Andrea da sempre in Italia. La competenza e la passione degli orologi hanno fatto scoccare la scintilla dell’idea Brera. Aggiungo questo aneddoto relativo al kick off di Brera Orologi: per un altro brand di cui si occupavano della logistica erano in contatto con il buyer di Neiman Marcus, il quale disse loro che per il Natale 2008 voleva mettere in vendita nel reparto uomo un orologio maschile di taglio militare e mostrò loro un orologio svedese. Il modello somigliava molto al primo bozzetto che loro avevano nel cassetto, così decisero di mostrarglielo. Il buyer approvò il loro bozzetto e da quel momento fu una corsa contro il tempo, nell’arco di due settimane (era il luglio 2008) gli fecero avere le immagini del face da inserire nel catalogo di Natale, quindi un primo orologio e poi via alla produzione. Fu una piccola favola perché quell’anno, nel periodo di Natale, fu l’oggetto più venduto del reparto accessori uomo di Neiman Marcus.

Li ho intervistati per il TGCOM24. Continua a leggere

Secondo polso: alternativo o no all’acquisto di un orologio nuovo?

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Aldo Brix e Mauro Daustria

 

In un periodo non certo roseo per l’economia italiana, anche il settore dell’orologeria risente in parte di questa contrazione. Dico in parte perché questo settore più di altri riesce a fronteggiare le difficoltà, sia grazie a un’offerta articolata (come referenze e soprattutto come prezzi), sia puntando molto anche sul cosiddetto “secondo polso”. Gli orologi “usati”, infatti, sempre più si stanno affermando oltre che tra privati, anche come valore aggiunto di molti negozi di orologi che, tra l’altro, possono offrire al potenziale cliente maggiori garanzie su provenienza e corretto funzionamento.

Il “secondo polso” a volte può essere anche usato come leva per finalizzare un nuovo acquisto più importante; altre volte è semplicemente utilizzato per permettere anche a portafogli meno “gonfi” di indossare un orologio altrimenti non acquistabile.

Ho voluto approfondire il tema con una delle più note orologerie italiane, la Luigi Verga di Milano, per comprendere meglio il fenomeno visto e considerato che anche loro stanno credendo nel secondo polso. Ho perciò posto qualche domanda al titolare Umberto Verga e al Direttore Generale, Aldo Brix. Continua a leggere

Rolex Daytona Paul Newman, uno status symbol

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Rolex Daytona "Paul Newman" Ref.6239

 

Anche questa settimana il nostro amico lettore e riconosciuto esperto italiano dei Rolex, soprattutto Vintage, si è intrattenuto con noi per una piacevole chiacchierata sull’iconico Rolex Daytona Paul Newman.

 

Ciao Stefano, perché’  il Rolex Daytona Newman?

Perché è lo status symbol per antonomasia; con questo articolo ho cercato di rispondere alle principali  domande degli appassionati che si avvicinano ad un Daytona Newman. Il quadrante Newman è da sempre la versione con il look più sportivo e legato al mondo delle corse. Di casa Rolex, nasce in concomitanza alla collaborazione di Rolex come cronometrista ufficiale ai circuiti di Daytona in Florida e le Mans in Francia.

Montato dopo il 1964 circa venne battezzato esotico e tropicale per poi trovare il suo definitivo soprannome grazie ai collezionisti  italiani, i quali lo notarono al polso del noto attore in una pubblicità destinata al nostro mercato del film “Indianapolis pista infernale”. Continua a leggere

Zenith: Intervista al Brand Director Paolo Cappiello

 

 

Oggi abbiamo il piacere di postare l’intervista al Brand Director di Zenith (Gruppo LVMH).

 

Iniziamo chiedendole qualcosa su di lei e sul suo background…

Dopo la laurea in Sociologia mi sono specializzato alla Luiss Business School in direzione del Personale ed organizzazione. Oggi porto nella gestione di Zenith in Italia esperienze e competenze maturate in Alitalia, Poste Italiane e Chopard.

 

Quali sono le cose più significative che ha fatto nel recente passato la sua azienda?

Di sicuro il livello tecnico raggiunto dai nostri movimenti sono la più alta espressione al momento di eccellenza manifatturiera in orologeria. Il “modulo giroscopico” che permette al bilanciere di posizionarsi sempre in posizione perfettamente orizzontale rispetto alla forza di gravità è un punto d’arrivo nella ricerca della precisione non solo per Zenith ma per il mondo dell’orologeria in generale.

 

Ci può descrivere brevemente l’attuale collezione e i prossimi obiettivi della sua azienda?

La collezione Zenith è racchiusa in 6 famiglie: Academy (espressione della nostra più alta orologeria), El Primero (le nostre icone), Captain (i nostri classici), Pilot (la connessione con il mondo dell’aviazione è da sempre nelle nostre corde), Heritage (sono i modelli sottili con una bellezza senza tempo) e Lady (un tributo al mondo femminile). Il nostro obiettivo principale in termini di prodotto è quello di mantenere un livello contenuto di modelli rafforzando il percepito di quei modelli iconici tra gli estimatori del marchio.

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REVOLUTION: intervista al Direttore, Maurizio Favot

 

D: Come e quando è nata la passione per gli orologi?

Come accade per molti, ho avuto il mio primo orologio come regalo per la prima comunione. Parliamo dell’inizio degli anni ’60: si tratta di un Dima Watch con cassa rettangolare e movimento a carica manuale. Lo conservo ancora gelosamente, perché è responsabile della mia passione per i segnatempo

 

D: Ci può raccontare qualcosa in merito a Revolution? Aneddoti, quando è nata, perché…

Revolution è nata nel 2005 a Singapore, su iniziativa di Wei Koh , che è un grande esperto e un eccellente giornalista. Il primo numero dell’edizione italiana è stato pubblicato nell’autunno del 2007. Oggi, oltre alla nostra e a quella asiatica (in inglese), esistono altre dieci edizioni: Cina, Hong Kong, Messico, Sud Corea, Russia, Spagna, Svizzera, Taiwan, USA e UAE (Emirati Arabi Uniti).

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