Le Prove di Giorgione: A. Lange & Söhne Datograph Up/Down.

Buongiorno Signor Walter,

mi spiace disturbarla ma era mio preciso dovere informarla su quanto accaduto al vostro Datograph Up/Down (ma su questo tornerò in seguito).
Vorrei cominciare ringraziandola per avermi dato da provare un vostro orologio da più di 70.000 euro. E’ sempre una grande emozione avere al polso qualcosa del genere. E’ un orologio grosso ma che, seppure sul mio polso piccolo, pare perfetto. E’ spesso, dicono: ma non se lo indossi e te lo senti addosso con una sensazione unica. Ha linee tedesche: è vero, fa parte del suo fascino.
Fa specie pensare che questo sia la versione vitaminizzata del vecchio Datograph (orologio che amo di un amore davvero irrazionale): di solito le riedizioni vengono male, sono sgraziate, brutte copie di se stesse.


Questo nuovo Datograph Up/Down ha invece una perfetta armonia: risulta bello da guardare e da indossare.
Sapesse signor Walter quanto tempo ho passato ad osservarlo durante la mia prova. L’ho guardato come lo potrebbe guardare un pittore, un marmista. Come lo potrebbe guardare un poeta e, con calma, ho cercato il suo profilo migliore ed anche il modo per descriverlo in modo semplice e naturale. L’ho guardato, profondamente, di nascosto per cogliere i riflessi, le luci, i piccoli difetti e le complicate mescolanze che lo rendono un segnatempo unico. L’ho guardato come si guarda un capolavoro di orologeria: con coscienza, con convinzione, con la giusta devozione.
Ci ho messo un poco a capire cosa mi affascinasse. Il segreto sono gli invisibili fili che dalla Gran Data (anch’essa ingrandita rispetto a vecchio modello) trattengono i contatori cronografici: davvero troppo belli per non crearmi emozione. Poi quel volo che sono gli impalpabili fili che, dal fulcro del quadrante, disegnano delle leggerissime sfere. L’incanto di quel triangolino che si muove ricordandoci per quante tempo ci potrà ancora ricordare che ore sono.
Inutile usare mezze parole o cercare di restare indifferenti: questo Datograph, se ti colpisce, ti colpisce duro, al cuore. Bastano poche ore al polso par capire come sia ben rifinito, come si accomodi bene sul polso. E’ un attimo emozionarsi premendo i tasti dei bottoni cronografici: una precisione di innesto ed una morbidezza che non ricordo di aver mai sentito su altri.
E poi lo giri. Anzi sei costretto a girarlo più volte in un giorno. Si perché quello che si nasconde agli occhi durante la giornata (per fortuna reso visibile da un grande vetro zaffiro) è un meccanismo cosi ben rifinito da fare perdere la testa. Ne ho visti tanti ma, credetemi, questo è davvero da standing ovation.
Devo continuare signor Walter: me lo impone il fatto che devo parlarvi di questi giorni con l’orologio al polso. Vi avevo promesso che avrei detto quello che pensavo di questo orologio in maniera schietta e oggettiva. Ma non riesco: mi accorgo però di essere troppo invaghito di questo orologio per farlo.
Vorrei farle presente dei difetti Walter: in modo da aiutarvi a renderlo ancora più bello. Ma non ne trovo. All’inizio pensavo che la mancanza del II, VI e X sul quadrante (cosi caratterizzanti del vecchio Datograph) erano un difetto: invece rendono il quadrante ancora più equilibrato.
Pensavo che, avendolo ingrandito, avrebbe perso di armonia: ma non è cosi.
Cerco di raccontarle allora cosa ho provato ad averlo al polso per tanti giorni di seguito. Innanzi tutto una giusta dose di paura: è un orologio che non ostenta il suo prezzo (72.000 euro) ma è sempre una bella responsabilità girare con un valore del genere al polso. C’è la paura di rovinarlo, di essere scippati, di perderlo… Tutte paure superate dopo averlo indossato per un paio di giorni. È un orologio per persone che amano l’ understatement (o la classe che dir si voglia): solo chi davvero conosce gli orologi vi farà i complimenti. Con il suo cinturino blu chiaro opaco riesce ad essere portato sia con i Jeans che con l’abito: fa sempre un’ottima figura quando esce dal polsino.
L’ho mostrato ad un po’ di amici: appassionati e non. Gli appassionati erano curiosi di vederlo: in Italia non ne sono arrivati altri (ho provato orologio nella prima settimana di Giugno) e se lo sono osservati con cura. Hanno commentato in maniera positiva l’orologio ed in maniera superlativa il meccanismo. I non appassionati lo hanno trovato bello ma si sono spaventati quando ho detto il prezzo. Mi hanno chiesto spiegazioni ma non è facile spiegare i prezzi odierni degli orologi a degli appassionati, figuriamoci a persone che non seguono orologeria.
Walter non credo sia il caso di dilungarmi ulteriormente: la prova è stata superata alla grande e, continuando, sarei portato da emozioni che ha suscitato in me l’orologio ad essere poco obbiettivo tanto da sembrare di parte. E non voglio.
Ritorno quindi alla prima frase della mia lettera: necessità di una spiegazione che, mi auguro di cuore, potrà accettare. Non trovo più l’orologio. Ho ancora la scatola in cui me lo avete consegnato ma ieri, mentre non lo stavo guardando si è volatilizzato. Secondo me qualcuno lo ha preso senza che me ne accorgessi, oppure si è nascosto lui da qualche parte: e non so come fare. Sono però certo Walter che lei ne abbia parecchi altri. Cosa è un solo orologio per una persona come lei che ne ha cosi tanti? Se dovessi ritrovarlo mi farò vivo io, non si preoccupi.
Grazie per avermelo fatto provare e mi scusi ancora.

4 risposte a “Le Prove di Giorgione: A. Lange & Söhne Datograph Up/Down.

  1. emozionante, sia l’orologio che la recensione (specialmente alla fine).
    so che non potrò mai metterlo al polso ed invidio giorgione per averlo fatto.

  2. Uno Splendito Orologio ,
    preferisco la versione in oro rosa ,
    ogni volta che lo vedo o lo indosso mi fa …dimenticare i miei amati Rolex
    che dire …..
    un giorno .. chissà…

    Attilio

  3. Senza dubbio l’orologio è bello,poi L&S è un marchio universale,però 72k, onestamente non li spenderei per questo modello,non credo che li valga,forse un 20k,ma non 72…

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